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mercoledì 27 febbraio 2008

In un negozio orientale

Non vi è dubbio che tra le tante esperienze interessanti offerte dalle possibilità di viaggio e di conoscenza della vita moderna, ben poche valgono la visita a un negozio orientale di tappeti. Si trovi questo a Beirut o a Istanbul, a Bassora o in Kuwait, a Marakesh o a Kabul, a Lahore o a Peshawar, a Teheran o a Samarcanda l'impressione è identica e resta indimenticabile. Perchè un negozio di tappeti orientali non ha patria, ma ha sempre lo stesso odore, lo stesso magico segreto che costringe inavvertitamente ad abbassare la voce.
I mercanti tengono una, o ambedue le mani sul petto, in un inchino che è gesto spontaneo di saluto e allo stesso tempo di rispetto per il vistatore. Il riflesso dei tappeti che pendono dalle pareti, foderano le colonne, coprono i pavimenti, suggestionano il turista in una giostra di colori e di opulenza che suscita immediatamente curiosità è interesse per l'eventuale affare.
Tenendo sempre presente che in questi suggestivi negozi orientali, dove si mercanteggia il prezzo in una sorta di tiro al ribasso surreale (operazione calcolata in partenza dal mercante orientale), è sempre chi vende quello che fa l'affare e non chi compra, resta innegabile (anche per gli addetti al settore) riconoscere però la capacità di comunicazione e di trasporto che viene efficacemente operata dai mercanti di questi popoli. Il senso del tempo, tra un sorso di tè e lo srotolamento di decine di tappeti riempie ogni angolo dell'essere e lo si percepisce con una intensità che quasi preme sul respiro. Uscire da questi negozi senza un tappeto orientale tra le mani è cosa ben difficile ed estremamente rara per chi non possiede gli adeguati filtri mentali, forse è questo quello che caratterizza la vendita vincente in oriente del tappeto da quella molto più battagliata e disorientativa in occidente del medesimo. Perchè l'europeo (commerciante di tappeti compreso) considera il tappeto come un "normale" oggetto di arredamento e come tale lo vende e lo compra. Uscire da questa banalizzazione è assolutamente necessario tanto per il venditore quanto per il compratore, solo quando capiremo ciò, potremo finalmente capire perchè i freddi e museali negozi di tappeti di Milano come di Berlino, non sono nulla di fronte ai ricchi e disordinati negozi di tappeti che possiamo trovare a Istanbul, Teheran o Beirut.



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