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domenica 3 febbraio 2008

La struttura del tappeto: l'ordito

Nella struttura del tappeto l'ordito è la parte portante dell'armatura, una sorta di scheletro che deve essere realizzato con una precisione assoluta, in maniera da evitare difetti a opera finita, come imbarcature e gobbe. I materiali impiegati possono essere svariati, ma indubbiamente seta e cotone costituiscono la scelta migliore, in quanto adatti a sopportare forti trazioni. La seta ovviamente è molto costosa, specie nel caso della Persia, dove non vi è produzione locale e si è quindi costretti ad importarla da Cina e India; per questo è riservata solo solo ai tappeti di notevole pregio. La lana invece è molto utilizzata dalle popolazioni nomadi, ma non consente a causa della sua grossolanità, particolari finezze, per questo i cosidetti manufatti "tribali" presentano forme pregevolmente irregolari. Inadatto invece è il rayon, particolramente soggetto infatti alla dilatazione termica.
Come si costituisce l'ordito: Per costituire l'ordito si tendono i filati su "subbi" secondo un andamento equidistante; ognuno di essi costituisce così una catena che a tappeto finito termina nei singoli fili della frangia. L'operazione ha inizio dalla mezzeria della struttura e prevede una distribuzione di gruppi di fili a distanza di 7 cm circa, che corrisponde a un'unità di misura detta radj.Talvolta i fili che segnano i diversi radj (detti haft rangh) hanno colori differenti, e tale espediente rende molto vivace la policromia delle frange. Un tappeto pregiato ha sempre un elevato numero di catene di ordito, talvolta anche trenta ogni centimetro quadrato. Per una buona qualità del manufatto è comunque sempre preferibile che le catene siano il doppio dei nodi.

(Liberamente adattato da "TAPPETI" De Agostini)















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