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mercoledì 12 marzo 2008

Materie prime - Le tinture chimiche

Di primo acchito si è indotti a esprimere un giudizio negativo sulle tinte sintetiche, eppure anch'esse hanno dato e proseguono a dare il loro contributo importante nella realizzazione dei tappeti annodati. Prima di tutto, senza di essi, molte produzioni sarebbero ormai certamente scomparse o avrebbero raggiunto prezzi così vertigginosi da non favorirne un commercio florido, ma solo di elite. In secondo luogo la diffusione dei colori chimici ha sicuramente ampliato la gamma cromatica e spesso tale varietà contribuisce a rendere ancora più belli tanti manufatti.
I coloranti chimici possono essere all'anilina, introdotti in oriente dalla Germania nel 1870, o al cromo. I primi sono decisamente scadenti, non resistono all'acqua e sono facilmente riconoscibili poichè al rovescio del tappeto mantengono un tono molto carico , mentre sbiadiscono facilmente al vello. I secondi invece sono buoni sotto tutti i punti di vista. Con sistemi di colorazione chimica si ottengono quei tappeti "scoloriti" o "ridotti" nel colore che incontrano il gusto occidentale per la loro originalità e che furono realizzati per primi dagli inglesi. Le migliori produzioni contemporanee adottano procedimenti di colorazione mista, che affiancano alle tinte naturali alcune tinte sintetiche, utilizzate per particolari ti pi di tonalità e policromie.


1 commenti:

antonio ha detto...

I coloranti anilinici, oltre non resistere all’acqua, si scolorano velocemente alla luce. Ecco perché il rovescio rimane praticamente intatto, come evidenziato da Alberto. A volte, in tappeti antichi o vecchi, si possono notare delle parti che risultano, in modo molto innaturale, con tonalità panna, grigio, avorio. Con buona probabilità, un tempo, erano lane tinte con colori all’anilina, come la “Malveina” e la “Fucsina”, prime tinte sintetiche in assoluto. Saluti.