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lunedì 7 aprile 2008

La valanga mongola

Dalla fine del XII secolo agli inizi del Quattrocento si succedono le invasioni mongole nel Medio Oriente. Ma invece di costituire un punto di arresto nell'arte del tappeto, la valanga prima e la civiltà mongola dopo, ebbe l'effetto di trasportare motivi nuovi, scambi, conoscenze ed accorgimenti tecnici che permisero al tappeto orientale di sopravvivere e di continuare a conquistare notorietà nel mondo, allora conosciuto. Basti pensare ad alcuni motivi come la svastica e i tre puntini a triangolo. Certo i Mongoli, pastori e guerrieri nomadi provenienti dagli Altai, conoscevano i tappeti tessuti a telaio e destinati al suolo delle loro yurte, ma l'intelligenza che li contraddistinse seppe presto apprezzare il livello di raffinata civiltà di altri tappeti aulici e cittadini trovati e razziati nei palazzi e nelle corti. L'inglese A. C. Edwards, nel volume "The Legacy of persia" ad esempio, scrive che: Rukh, figlio di Timur Khan protesse l'artigianato del tappeto persiano promuovendone la produzione ed innalzandolo ad arte tra le più nobili.


1 commenti:

antonio ha detto...

Singolare destino quello delle genti mongole. Le conquiste di Gengis-Kan e dei suoi successori, arrivarono, oltre alla Cina, sino alla Persia ed all’Anatolia. Questi guerrieri, così forti da dominare quasi tutto l’oriente conosciuto all’epoca, finirono per essere conquistati dalle usanze e dalle arti dei popoli che avevano conquistato. In Cina, infatti, forse a causa della mancanza di una loro cultura specifica, finirono per essere assorbiti prima dalle tradizioni locali, poi sconfitti dalla rivoluzione Ming. Nella Persia e nell’Asia centrale si convertirono all’Islam, finendo conglobati all’interno di popolazioni di ceppo iranico e turco mentre la Transoxiana, formata dalle aree di Bukhara e Samarcanda, diventava un emirato indipendente. Il sogno di Gengis-Kan non esisteva più. A tutti una buona notte.