Subscribe:

giovedì 26 giugno 2008

L'impronta del passato

Il tappeto orientale con i suoi simbolismi precristiani e protostorici rappresenta sicuramente un vettore di nicchia, un prezioso frigorifero che ci ha conservato ciò che nelle alte sfere è ormai scomparso. Alcuni simboli nordici e celtici e cristiani come le croci, il cosmogramma e le svastiche, testimoniano infatti tutt'oggi in maniera silente la derivazione indoeuropea tipica delle nostre popolazioni e delle nostre arti, che vedono nel tappeto orientale e nelle patrie di dove questi viene annodato, uno stretto legame storico e filologico.
Nel 1939 Il regime nazionalsocialista tedesco tentò dopo quattro fallimenti consecutivi l'impresa della scalata del Nanga Parbat - Himalaya (la nona vetta più alta del mondo). Il Nanga Parbat era diventato ormai un'ossessione nazionale, una questione d'orgoglio tedesco. I tedeschi la chiamavano "la nostra montagna" e non era un caso. Come non erano un caso le altre innumerevoli spedizioni nelle terre indiane, nel deserto di Gobi e nel Caucaso che il regime nazionalsocialista tedesco aveva preparato alla ricerca di risposte. Caucaso e Asia centrale: la culla delle civiltà celtiche, la patria degli ariani. In questa vasta area geografica i Celti (popolazione di origine indoeuropea) migrarono a est e a ovest, alla conquista dell'Europa e, più arditamente, alla ricerca di nuove terre in Cina. Questo fenomeno lo testimoniano i megaliti preistorici sparsi in tutto il pianeta: dolmen e menhir, dall'Inghilterra alla Korea, tuttora avvolti nel mistero di quella popolazione straordinaria. I custodi più silenti di questa cultura, però, sono come sempre i simboli e i segni, che in questo caso sono riprodotti nella millenaria tradizione della tessitura dei tappeti orientali. Così, mentre in occidente la svastica viene demonizzata come simbolo nazista, insieme a tanti altri simboli di antico retaggio, nei tappeti caucasici e dell'Asia Centrale questi ed altri simboli sono serenamente tessuti senza clamore e senza disprezzo, "fossili viventi" di una cultura non del tutto dimenticata e non ancora completamente dispersa che il tappeto orientale mantiene viva nelle sue trame.


1 commenti:

antonio ha detto...

Guardando il soggetto centrale a svastica, sembra che l'autore, spinto da un improvviso "pudore" nel voler mostrare un simbolo dalla massa tristemente, ed erroneamente, conosciuto, lo abbia fatto diventare aggiungendo i trattini neri, quattro quadrati affiancati. Che curiosa interpretazione. Un saluto.