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lunedì 30 giugno 2008

Un mito da sfatare

Tra i tanti miti da sfatare attorno a quelli del collezionismo e della vendita dei tappeti orientali annodati, ce sicuramente quello che il tappeto persiano sia a un gradino superiore rispetto agli altri tappeti. Questo pensiero si è così diffuso da far arrivare la gente a fare dei distinguo (ssolutamente sbagliati) tra tappeti persiani e tappeti orientali, quando invero anche il tappeto persiano rientra nella generica famiglia dei tappeti orientali.
Se è vero che i Safavidi promossero innovazioni tecniche e decorative di così vasta portata da caratterizzare i tappeti persiani fino ai nostri giorni, è anche vero che il tappeto non nacque certamente in Persia. Sia gli studiosi in materia, sia le più autorevoli pubblicazioni che trattano tale argomento, ammettono che l'arte del tappeto annodato ha visto i primi albori nelle steppe dell'Asia centrale e seguendo la scia delle tribù nomadi turche, si è estesa fin sulle sponde del Mediterraneo, comprendendo una zona ben delimitata in cui gli artigiani hanno svolto e svolgono tutt'ora tale arte. Ai persiani vanno quindi sicuramente riconosciute manifatture storiche e contemporanee molto importanti, esattamente come debbono venir però riconosciute a turchi, turcomanni ed armeni. Quì in Italia per la scarsa conoscenza e lo scarso approfondimento di quest'arte (più che in altri posti) si è radicalizzato il mito del tappeto persiano, una deriva culturale dell'ideologia nazista degli anni '30.
I persiani essendo infatti diretti discendenti degli Arii, a differenza delle popolazioni turche o semitiche venivano in quegli anni considerati da: tedeschi, italiani e spagnoli, gli unici in grado di produrre manifatture apprezzabili e per questo i loro tappeti vennero per molti anni esaltati e ricercati nelle ambientazioni occidentali (basti pensare alla collezione di tappeti persiani di Hitler).
Purtroppo questa stortura rimase in piedi -soprattutto nel nostro paese- anche fin dopo la caduta del nazismo e del fascismo, condizionando pesantemente la cultura e la compravendita del tappeto orientale, un pregiudizio storico ed artistico grave divenuto negli anni un mito; un mito che a fatica: testi, pubblicazioni, associazioni, studiosi ed esperti stanno incominciando a sfatare.

2 commenti:

antonio ha detto...

Sono abbastanza scettico sul fatto che la fortuna del tappeto persiano sia legata alle ideologie nazi-fasciste. Mi pare che il tappeto persiano commercializzato massicciamente presso economie ricche, come quella inglese ed americana, già in epoche lontane abbia scritto la sua fortuna. Sopratutto perchè lo stile floreale, pittorico e naturalistico, si avvicinava maggiormente al gusto occidentale.
Cordiali saluti.

Gianluca Pistore ha detto...

non sapevo che Hitler avesse una collezione di tappeti!
ieri giravo per una città ed ho visto un insegna pubblicitaria: tappeti orientali, HO PENSATO A TE! eheh ciaoooooo