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giovedì 2 ottobre 2008

Disgustato

Spesso lettori occasionali di questo blog mi contattano per delle richieste di valutazioni su tappeti ereditati da genitori o altri parenti. Si tratta di un servizio che svolgo con piacere, fino a quando non scopro che l'interesse per l'oggetto ereditato dal caro estinto è puramente venale. La maggior parte delle persone infatti, non è realmente interessata al tappeto in se stesso, ne come ricordo della persona che l'aveva comperato (magari con tanti sacrifici) ne come valore culturale ed economico che il tappeto stesso rappresenta. L'interesse è purtroppo solo quello di sapere quanto vale, per poi rivenderlo. Trovo tutto questo molto desolante e anche arrogante. Come si può pretendere che qualcosa valga (e pure molto) se si è i primi a non riconoscergli un valore, tanto da volerlo svendere? Il tappeto vale solo per essere venduto e non per essere tenuto?
Quando ero ragazzino persino le donne delle pulizie (allora erano ancora italiane) mettevano da parte i soldi per comprarsi un bel tappeto persiano da mettere in salotto, esattamente come li avevano visti nelle case presso le quali lavoravano.
Qualche decennio fa le generazioni costruivano (anche faticosamente) oggi le generazioni ereditano quello che è stato faticosamente acquistato e lo rivendono per "un peperone e due pomodori", mi sembra quasi di vedere quegli indigeni che in cambio di pietre colorate regalavano all'uomo bianco i loro tesori. Forse è giunto il momento che chieda 15 euro per ogni mia consulenza o estimazione, almeno così non mi farò il sangue amaro per nulla.

7 commenti:

freddy ha detto...

Ciao Alberto: la cosa non dovrebbe stupirti...Ormai, a forza di sentire certi elementi in televisione (sai a chi mi riferisco)il tappeto non viene piu' considerato per quello che e': un oggetto che porta sacrificio sia per la manifattura che per l'acquisto, ma per il valore veniale. Non si parlA IN CERTE TRASMISSIONI DI INVESTIMENTO? Quindi non deve meravigliarti di cio'! Sono un appassionato di tappeti caucasici ( ti ho anche scritto una email) e nonostante abbia questi tappeti da decenni mi scopro spesso a guardarli e sai che mi emoziono sapendo che questi tappeti ( sono stati manufatti nel 1920 circa) qualcuno li ha allestiti e ha impresso sopra la storia del suo popolo? Credo di aver letto quel blog a cui ti riferisci, ma bisogna anche capire che le persone completamente digiune di tappetologia non si rendono conto che un tappeto per essere valutato deve essere visto, toccato,studiato...Un caro saluto da Freddy

Alberto De Reviziis ha detto...

Carissimo Freddy, di email me ne arrivano tante, da perdere certe volte il conto. Se me l'hai mandata ieri non mi è arrivata, oppure si tratta di un email che mi avevi mandato giorni fa? Nel caso non ti avessi risposto, rimandamela cortesemente.

paolo ha detto...

Ecco: mi riallaccio al commento appassionato di Freddy.
Come ho detto altrove, la mia passione per il mondo del tappeto è relativamente recente, e la mia percezione della manifattura dello stesso ha conosciuto diverse fasi.
Una prima fase in cui tutti i tappeti erano splendidi; una successiva in cui ho diviso il mondo dei Tabas, pakistani e cinesi recenti (tanto per fare qualche nome)dagli altri.
E quella attuale in cui, interessato quasi esclusivamente al tappeto antico, guardo i tappeti di poco pregio senza interesse, ma riconoscendo in essi il frutto del lavoro di annodatrici e annodatori che si guadagnano la pagnotta usando i materiali e seguendo i cartoni che l'imprenditore ha messo loro ha disposizione.

freddy ha detto...

Ciao Alberto ti ho rinviato il sunto della email trasmessa all'indirizzo albederev@tiscali.it Informami cortesemente se la ricevi a questo indirizzo. Ciao Freddy

antonio ha detto...

In un campo come quello del tappeto dove il "soggetto d'arte" è stato sostituito dal "soggetto d'investimento", non dobbiamo meravigliarci di nulla. L'investimento è poi fasullo, ne ho le prove provate, antico, recente, di pregiata manifattura che sia, perchè l'investimento "NON E SI S TE", che se lo mettano bene in testa tutti. E gli articoli apparsi sui giornali, tanto sbandierati da personaggi televisivi che fanno il "Cicero pro domo loro", bisogna capire a cosa si riferiscono e chi sono gli sponsor che stanno dietro. La mancanza progressiva del gusto artistico che sta orientando la società moderna verso nuovi interessi, sta facendo il resto nell'avanzante degrado. Sconsolati saluti.

Gianluca Pistore ha detto...

ciao Alberto, concordo su quello che dici, e mi viene da domandarti se non sia troppo poco 15 euro per uno studio che richiede tempo e tanto studio alle spalle....

Alberto De Reviziis ha detto...

X freddy
Caro amico, la mail non mi è arrivata neanche stavolta perchè l'indirizzo mio non è albederev@tiscali.it ma bensì albderev@tiscali.it cioè con una "e" in meno.

x paolo, antonio e gianluca: un grazie per la sensibilità espressami.