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mercoledì 3 dicembre 2008

Kazak

Gans-Ruedin diceva dei Kazak così: "Non ci si può confondere di fronte a un Kazak riconoscibile soprattutto dalla sua struttura. Un fascino singolare spira da questo tappeto spesso, di lana alta, robusta e brillante, dai toni vivi e gai, dal disegno rustico. La sua arte vigorosa tipica di una popolazione montanara, ha fatto dei Kazak il tappeto più popolare in Europa, dove è conosciuto dai tempi del Rinascimento". In effetti contrariamente a quanto è stato fatto pensare a causa di un mondo commerciale assolutamente impreparato che reputava i kazak come manufatti di una certa grossolanità, il tappeto Kazak è invece sempre stato un bel tappeto, semplice e genuino, e quelli d'epoca sono stati sempre di buona qualità, realizzati con lane ottime, caratteristica che hanno mantenuto sempre, anche durante il declino generico del tappeto caucasico e quindi fino ai giorni nostri. Le dimensioni sono sempre medio-piccole, la rasatura è alta e l'annodatura simmetrica, con concentrazioni tra gli 800 e i 1000 nodi per decimetro quadrato. Le decorazioni rispondono sostanzialmente a quattro tipologie principali:
  • a croce aguzza
  • a medaglione centrale con quattro medaglioni minori ai cantonali
  • a pluralità di medaglioni
  • a motivo di acquila ad ali spiegate o Adlerkazak

e si suddividono in una molteplicità di sottocategoria, ma nel complesso le decorazioni rappresentano l'influenza stilistica tipica anatolica e talvolta selgiuchide.

Etimologia del termine kazak

Il termine kazak non corrisponde a nessuna città o regione (contrariamente a chi invece li riconduce al Kazakhstan), nè tantomeno ad alcuna distinta etnia. In passato venivano definiti kazak i cavalieri della steppa, gruppi nomadi di origine turca, e forse è proprio questa l'origine etimologica di questa tipologia di tappeto, benchè essa si riferisca ormai ad un insieme raziale ormai stanziale e misto, al quale si sono fuse componenti armene, georgiane, circasse, curde, turkmene e azere.

I mille Kazak

Il Kazak è probabilmente il tappeto meno classificabile nell'intricatissima cerchia dei già ben difficili tappeti caucasici. Il problema nasceva dal nomadismo, un tappeto veniva iniziato in un luogo e concluso in un altro, impossibile pertanto definire un'area precisa di origine. La confusione proseguì quando queste popolazioni divennero stanziali, e si fusero con altre, dando vita così a nuove idee e nuove tipologie. Fino al 900 i tappeti avevano potuto raggiungere i mercati occidentali in quantità relativamente ridotte ed erano reputati non suscettibili di una descrizione precisa e di una classificazione approfondita. Dopo tutto le comunicazioni erano difficili, i viaggi lunghi e costosi, gli stessi nomi dei tappeti evocavano il romanzo e la leggenda. Molti importatori e commercianti poco o nulla sapevano in merito e accontentandosi di utilizzare termini letti su carte geografiche, sui documenti di accompagnamento, nelle etichette incollate sui colli di imballaggio, gettarono le basi per errori che ancora oggi avvengono. Soltanto in tempi recenti nuovi metodi di indagine e di ricerca, gli apporti della scienza, la facilità nelle comunicazioni, il brainstorming di internet, hanno cominciato a offrire agli studiosi solide basi per catalogare e analizzare prodotti artistici tanto diversi. Si possono suddividere così i tantissimi tappeti caucasici genericamente nella storia definiti Kazak come

  • Kazak Borcialù
  • Kazak Karachop
  • Kazak Lori-pambak
  • Kazak Sewan
  • Kazak-Fachralo
  • Kazak Shikli
  • Kazak Shulaver
  • Kazak Lambalo

Ci sono poi i Kazak

  • a scudo
  • a riquadri
  • ad alberi
  • a uncini
  • a svastiche
  • a stelle

Le trame rosse dei Kazak

Oggi che il nostro "microscopio" è diventato un po più potente, i Kazak non sono più una generica tipologia di tappeti caucasici nella quale viene inserita l'intera produzione rustica dell'area. Le idee e le esperienze si confrontano, e propongono nuove soluzioni per la classificazione di questi tappeti. Come viene ad esempio semplificato nel video di Spngobongo, dove si evidenzia che il kazak per antonomasia ha una tramatura rossa. Aggiungo che i passaggi della stessa, sono sempre da due ad un massimo di otto, mai singoli.

Video tratto da: http://www.spongobongo.com/

4 commenti:

paolo ha detto...

Grazie Alberto, argomento affascinante quello dei Kazak.
Ben noti e al contempo ancora da svelare.
Credo che la tipologia sia quasi inconfondibile, indipendentemente dal vello più alto rispetto alla produzione più orientale del caucaso, per la gioia dei colori e i l'iconografia così evocativa di tradizioni nomadi e credenze sciamaniche.

A proposito delle trame: ricordo che un commeciante mi aveva fatto notare che è possibile distinguere un "Adler" realizzato in area Kazak per le trame blu, rispetto ad uno realizzato in quel di Karabagh, con trame marroni. Boh?

Gianluca Pistore ha detto...

Indubbiamente questo post deve andare nella barra laterale e far parte dei post più importanti del tuo blog. Complimenti, un saluto ;-)

antonio ha detto...

Molti concordano nel dare il significato di "mai domo"/"non asservibile" al termine Kazak. Quindi, parola utilizzata per definire popoli "non assogettabili": credo che i russi se ne siano sempre accorti. Circa gli "adler" o "Celabert" che siano,credo non più idoneo l'uso di definire "aquila ad ali spiegate" questo decoro, da tutti ormai concordemente accettato come rappresentazione solare. Trovo anche ridicolo definire il Kazak a svastiche "pinwheel" (girandola). A meno che non si venda in televisione: li si può dire quello che si vuole.
Saluti

freddy ha detto...

Ciao Alberto, vedo che la mia richiesta ha avuto un buon seguito. Saluti a tutti da Freddy