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giovedì 19 marzo 2009

Bugie via etere

Ho avuto la sfortuna di rivedere, dopo tanto tempo, una televendita di una nota ditta che vende tappeti in tv. E' sconcertante vedere come vengono proposti tappeti persiani e indiani, di qualità assolutamente commerciale e contemporanea con aggettivi roboanti e storie assolutamente non realistiche per vestirli di un valore che poi di fatto non ha riscontro neppure nel prezzo finale di vendita da loro proposto (infatti i prezzi sono degni del mercato della frutta). Mostrare Zanjan e Shiraz anni '90, proporli a rate di 15 euro al mese, salvo poi raccontare che sono state utilizzate tinte vegetali e che per farli sono occorsi otto mesi di lavoro, è un insulto all'intelligenza di chiunque. Oggi l'Iran (l'antica Persia) è un paese ricco, sviluppatissmo, dove ritmi frenetici e realtà urbane hanno modificato completamente le abitudini e le esigenze delle persone; chi annoda tappeti è un operaio, e non più un pastore o una nomade a filare e cardare la lana, o a tingerla nei grandi pentoloni con il succo sintetizzato della robbia o della cocciniglia.
E che dire di quelle televisioni che dicono di vendere arte dove presentatori esperti (veri-presunti) propongono degli Herati decorativi di manifattura pakistana fatti ieri o addirittura oggi, chiamandoli Golden o Dorè e asserendo che non si trovano più nel mercato? Le bugie su etere imperversano.

2 commenti:

paolo ha detto...

E' evidente l'assenza di un codice deontologico e, probabilmente, di una qualche autorità di controllo.
Teoricamente uno potrebbe registrarsi queste trasmissioni e tentare qualche via legale, ma con quale successo?
Io credo che iniziative di regolamentazione dovrebbero partire dai commercianti stessi, da un pool di teste pensanti e capaci.

Raffaele C. ha detto...

L'autoregolamentazione è una prospettiva interessante ma purtroppo utopica, in un paese nel quale anche coloro che dovrebbero essere i massimi dirigenti (i parlamentari) per "autoregolamentarsi" sono stati costretti ad introdurre il controllo tramite le impronte digitali. Mala tempora curre...
A proposito poi delle televendite, vi ricordo un aneddoto al quale sicuramente qualcuno di voi ha assistito e che, anche a distanza di tempo, ancora mi fa ridere: un battitore, presentatosi come figlio di un altro "famoso" venditore, noto anche come "il principe", si autodefiniva "il principiante" dall'assonanza dei termini...insomma da ridere..se non fosse tragico!