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venerdì 3 aprile 2009

La storia del tappeto: complessa staffetta artistica tra civilità


A causa delle ultime guerre non ancora stabilizzate in Irak e in Afghanistan, degli attriti continui con l'Iran, e del problema dell'immigrazione massiccia e continua che l'Europa non vuole e non riesce a risolvere in maniera ragionevole e compatta.. la gente ha come maturato negli ultimi anni una sorta di repulsione (alle volte conscia altre volte inconscia), verso tutto quello che rappresenta le culture africane e medio/estremo orientali. Tutto ciò riguarda naturalmente anche il tappeto orientale, storicamente ed erroneamente percepito e visto come oggetto esclusivo della cultura arabo/islamica. Bisogna invece considerare che il tappeto è nato ben prima della nascita dell'Islam e pertanto ha subito l'influenza di una moltitudine di culture e religioni. Rappresenta anzi una straordinaria staffetta di arte e cultura, dove ogni popolo e cultura ha partecipato con il proprio apporto straordinario di caratterizzazione del manufatto senza mai ripudiare quanto era stato fatto prima dalle generazioni precedenti quand'anche fossero state pagane, giudee o cristiane. La Turchia ad esempio, prima ancora di essere stata il centro di irradiazione islamico dei Selgiuchidi è stata la patria della cristianità e prima ancora terra di Greci e di pagani adoratori della della Dea Madre che già allora tessevano tappeti. Esattamente come il Corano deriva dall'esperienza rimodellata del Cristianesimo il quale a sua volta era la ristrutturazione dell'antico testamento e della religione ebraica, anche il tappeto ha subito le sue trasformazioni passando di volta in volta il testimone alle differenti culture presenti nel luogo.
Il mehrab delle preghiere turche ad esempio, ricorda iconograficamente la stilizzazione più che di una moschea di una chiesa romana a capanna, proprio perchè gli islamici non hanno disdegnato di ridisegnare senza stravolgere i precedenti templi di culto cristiano. Un esempio per tutti quello della chiesa di Santa Sofia a Istanbul, stravolta sì, con la copertura degli affreschi e la costruzione di minareti, ma al tempo stesso assorbita nella sua classicità di forme dalla rivisitazione islamico architettonica turca. Anche il tappeto ha seguito questo processo di trasformazione, alle linee si sono aggiunte altre linee, ai simboli si sono aggiunti altri simboli, senza subire mai una completa cancellazione delle esperienze sperimentate.

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