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venerdì 11 settembre 2009

Le preghiere Bellini

Questo dipinto sul quale una studentessa mi ha chiesto informazioni è un Dosso Dossi -Magical Practices (Hercules & Omphale)- ca. 1535, esposto agli Uffizi. Il tappeto raffigurato è una preghiera comunemente chiamata "a buco di serratura" e convenzionalmente riconosciuta come "Bellini", ossia il noto pittore rinascimentale al quale viene usualmente riconosciuto il merito di aver ritratto questa particolare tipologia di tappeto Ushak. In realtà, come questo stesso dipinto ci insegna, gli Ushak a buco di serratura non sono stati appannaggio del solo Bellini, ma anzi sono stati riprodotti in decine di tele, di pittori noti e meno noti. La Serenissima Repubblica di Venezia con i suoi mercanti e con un diretto rapporto sitituzionalizzato con i "turchi" rappresentò il volano per una tipologia di tappeti di corte (quali gli Ushak) che in occidente venne molto apprezzata.

Erano i tappeti dei dogi, e dei santi, delle Madonne in trono, delle corti e dei grandi pittori di corte. Impianti tanto diffusi in oriente quanto in occidente ma che a partire dal XVII secolo si persero nell'uso, nel commercio, nell'annodatura e persino nella memoria. Solo grazie alle opere pittoriche rinascimentali e a pochi reperti d'epoca tarda sopravvissuti nel tempo, siamo oggi in grado di riconoscere e ripercorrere la storia stilistica di questo impianto e di questa tipologia di tappeto che si ricomincia ad annodare.
Secondo il collega Andrea Pacciani (grande appassionato degli Ushak e dei dipinti rinascimentali con ushak, nonchè responsabile in Italia della Classical Carpet) in questo particolare caso del Dosso Dossi il tappeto in oggetto tradisce una cuspide della nicchia un po' squadrata che il pittore avrebbe preso in prestito da un altro tappeto, idem dicasi per la bordura cufica chiusa, questo indicherebbe che Dosso Dossi conoscesse i quadri e/o i tappeti di Lotto e che di fatto ne abbia elaborato un ibrido. Lo stesso tappeto è più o meno infatti ripodotto da Lorenzo Lotto, il famoso "moglie e marito" , ma è anche rappresentato ai piedi di una madonna in trono del Bellini, mentre l'esemplare museale che più si avvicina è attualmente esposto al palazzo/museo di Topkapi a Istambul.
Per quanto riguarda il buco della serratura, "rehentrant border", la letteratura tappetologica tende ad identificarlo come la vasca purificatrice islamica solitamente ottagonale.
Ma Andrea Pacciani si sta adoperando per cercare di ristrutturare questa teoria, cercando di dimostrare che plausibilmente il disegno potrebbe anche essere una geometrizzazione del Chi di nuvole; sulla constatazione che la bordura rientrante è sempre di disegno a nuvole o ad esso riconducibile. Teoria interessante, non ci resta che attenderne la relazione.

1 commenti:

antonio ha detto...

Volevo aggiungere che per alcuni autori il decoro in questione rappresenterebbe il colonnato dei templi buddisti, ideale rappresentazione del “Monte sacro”. Che possa trattarsi di un decoro ispirato dal “Chi” o “collare di nubi”, simbolo di purificazione, ritengo sia possibilissimo. Lo testimonia l’iconografia contenuta nel cosiddetto tappeto Ushak “Angeli-Bode” e nel similare della “Collezione Keir”. Sicuramente l’origine del disegno è asiatica centro-orientale, zona da cui provenivano i popoli turchi stanziatisi in Anatolia.