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lunedì 25 gennaio 2010

La bugia dei colori vegetali - parte 2°

Come avevo promesso, eccomi tornare ad approfondire l'argomento delle bugie sui colori vegetali, giusto per fare ulteriore chiarezza in proposito.

Chiarito - come da precedente post:
http://tappetorientale.blogspot.com/2009/11/la-bugia-dei-colori-vegetali.html- che nelle tintorie dell'Asia e nei laboratori domestici la tintura chimica delle lane ha iniziato a soppiantare quella naturale già verso la fine dell'800...
E' bene ora fare un piccolo punto sulla reale possibilità di identificare in un determinato esemplare l'origine delle tinture delle lane impiegate.
Esistono "esperti" che spesso negli esemplari che si vedono in TV o che si vedono su testi e sulle riviste spcializzate e pure su internet riconoscono lane tinte vegetalmente piuttosto che chimicamente. Inquadrare l'origine dei colori senza considerare altri parametri di riscontro annessi e connessi che possono essere ravvisabili o meno in un annodato (consunzione del manufatto, periodo del decoro parametrato al genere di tipologia riscontrata, etc etc) è quasi impossibile, addirittura da escludere per alcune cromie. Solo l'analisi chimica può dare infatti un responso affidabile. Spesso ad esempio molte tinte sintetiche perfettamente stabili, come quelle al bicromato di potassio o allo zolfo, se sono state ben trattate con adeguati bagni riducenti, assumono sfumature talmente naturali da non permettere un sereno giudizio in merito. E che dire delle famose aniline dei primi '900, le quali per loro particolare proprietà sono finite in breve tempo con lo scolorire dando ai tappeti quella caratteristica patina che a noi piace tanto, ma che per risultato estetico può in molti casi essere identica a tappeti invece che hanno smorzato i loro colori per esposizione naturale al tempo e alla luce del sole. Alla luce di queste informazioni diventa facile per il neofita dedurre quanto sia in realtà oggettivamente difficile - anche per un esperto - identificare un genere di colorazione impiegata su esemplari già ottoscenteschi di manifattura cittadina, figurarsi per quanto riguarda i tappeti del '900. L'unica certezza può avvenire per il nero che per particolare reazione chimica di ossidazione brucia a distanza di anni le lane producendo un dislivello di rasatura rispetto al resto dell'annodato, oppure per i crema o i cammello che naturalmente erano quelli delle tinte naturali - e quindi non colorate - della lana di pecora o appunto di cammello. Identificazioni possibili - con margini di errore - sulla natura delle tinte delle lane possono essere fatte dagli esperti sulla base di riscontri strutturali e stilistici che per ovvi motivi devono coincidere con un periodo di produzione durante il quale ancora si annodavano lane tinte naturalmente. Il resto è solo fantasia e astuzia.

1 commenti:

freddy ha detto...

Complimenti Alberto: testo chiaro e comprensibile anche dai neofiti. Ciao Freddy