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domenica 13 giugno 2010

Gli uccelli raffigurati nei tappeti

Il simbolo zoomorfo stilizzato o naturalistico più riprodotto nei tappeti orientali è certamente quello ornitologico, nelle sue innumerevoli varianti.
Questo avviene per retaggio risalente ai culti pagani naturalistici e sciamanici, per cui uccelli come il gallo, il passero o il pavone assumevano poteri magici, apotropaici (cioè capaci di allontanare gli influssi maligni) o propiziatori. 
In tutte le religioni antiche, l'uccello è sempre stato considerato l'animale più vicino a Dio, lo si trova nei paganesimi, negli sciamanesimi, e nei monoteismi, (nel Mazdeismo l'uccello era l'emblema di Ahura Mazda, il dio principio del bene), persino nei più stretti (si pensi alla colomba cristiana, e, quanto all'ebraismo, numerosi sono i passi nel vecchio testamento in cui la colomba -intesa come simbolo della volontà divina- viene citata). Nell'Islam sono poi frequenti le raffigurazioni del giardino di Allah con gli uccelli a completamento di un lussurreggiante Eden.
La sacralità degli uccelli scaturiva dal fatto che questi animali, potendo volare, erano considerati i veri e propri intermediari tra cielo e terra, tra umano e divino. Inoltre svolgevano preziosa azione per le società agricole, poiché eliminavano gli animali (topi, formiche, scorpioni) che insidiavano i raccolti.
Tra gli uccelli più rappresentati troviamo l'aquila, simbolo di forza e di regalità, la possiamo riscontrare bicipite, a vortice, stilizzata, ibridata, spesso rappresentata nei tappeti caucasici.
Il pavone simbolo di nobiltà grazie al suo superbo piumaggio, e ritenuto quanto mai adatto sia per celebrare il culto del sole, sia per proteggere dal maleficio grazie al particolare disegno delle penne che sono simili a occhi. L'Islam riprende questi concetti e li ribadisce, con l'assertazione che il grande profeta Maometto prima della creazione era un'entità di luce splendente con le sembianze del pavone.
Il simbolo del gallo, era poi importantissimo secondo la religione Mazdeista, dove secondo tale credo aveva la forza e il potere di scacciare le tenebre e rappresentava pertanto il risveglio delle passioni e della vita. All'animale venivano inoltre attribuiti influssi talismanici, in quanto assiduo cacciatore d'insetti dannosi per l'agricoltura.
Da non dimenticare gli uccelli mitici, come il Simorgh, ampiamente celebrato anche nella letteratura persiana. In grado, come la fenice, di risorgere dalle proprie ceneri (simbolo d'immortalità).
In considerazione dei loro poteri eccezionali, nei tappeti orientali gli uccelli vengono rappresentati uno di seguito all'altro soprattutto lungo la bordura principale, per costituire una specie di catena protettiva che delimita uno spazio benefico, entro cui l'individuo è protetto da ogni influsso maligno. In ogni caso, gli uccelli (specie passeri e pavoni) vengono intesi come simbolo di protezione nei tappeti, anche quando sono presenti nel campo e solo in numero di due, purchè raffrontati l'uno all'altro.

In ricordo di Rubino (il mio canarino e amico), morto inaspettatamente ieri pomeriggio 12 giugno a causa di un malessere fulminante.



Arrivederci Rubino.

4 commenti:

antonio ha detto...

Mi spaiace per la dipartita improvvisa. Mi auguro non sentiate la voglia di "imprigionarne" un altro.

Alberto De Reviziis ha detto...

Non credo che chi compra uccellini per compagnia possa considerarsi un "imprigionatore", poichè gli uccellini si trovano già in una condizione di cattività, sin dalla nascita.
Non comprarli significherebbe condannarli ugualmente ad una vita in gabbia e con minori attenzioni. Nel nostro caso ad esempio, Rubino era un canarino per competizioni canore e di bellezza, presso allevatore, che lo sottoponeva ad alimentazione con coloranti e ad una vita in comunità con tantissimi altri canarini, dove superata una certa fascia di età purtroppo si diventa solo un numero. Perciò nel nostro caso Rubino è stato semmai salvato e non imprigionato.
Va inoltre ricordato che i canarini come molti altri animali da compagnia del resto (come la maggior parte dei cani di razza ad esempio), sono animali selezionati dall'uomo che in natura non esisterebbero, e soprattutto non potrebbero vivere e resistere. Francamente ho già sentito da altri queste opinioni, che non mi paiono (con tutto il rispetto) molto realistiche. I canarini difatti non sono passerotti, qualora venissero messi in libertà, questi si estinguerebbero nel giro di pochissimo tempo, vittime del freddo, dei predatori e dell'impossibilità di reperire sufficienti semi. Pertanto il rapporto che c'è tra l'uomo ed un canarino è quello di un mutuo soccorso. Tempo fa un anima animalista "liberò" il canarirno di mia sorella che in quel momento era assente, la libertà donata fece semplicemente morire l'animale di freddo, poichè il giorno dopo venne ritrovato con grande tristezza morto nelle aree circonvicine. Amo sempre fare un esempio in questi casi: piacerebbe a noi uomini moderni se un extraterrestre o un gigante ci prelevasse dalle nostre città e dai nostri agi per regalarci la libertà in una foresta o in una savana? Sarebbe una liberazione o una condanna a morte?

antonio ha detto...

Fatto salvo che ognuno è libero di pensare ciò che crede, vale per te ma anche per me, trovo certe argomentazioni e giustificazioni molto "stiracchiate". Simili a quelli che fanno gli amanti della caccia quando dicono che solo loro sono i veri amanti della natura. Ripeto, poi ognuno è libero di pensarla come crede.

Alberto De Reviziis ha detto...

Premesso che non le considero giustificazioni ma tutt'al più dati di fatto, (non comprare un canarino in un negozio di animali significa solo che il canarino resta nella gabbia del negozio, qualora un giorno poi tutti lo facessero, la razza non verrebbe semplicemente più allevata, e fine dei canarini).
al pari allora si potrebbe gridare di liberare i cani da appartamenti e guinzagli, i pesci dai loro acquari e naturalmente di non mangiare fiorentine, e di non sfruttare più i polli e i maiali.
Ad ognimodo come giustamente dici tu, ognuno....