tag:blogger.com,1999:blog-30240953078220069452024-03-05T16:29:53.450+01:00TappetorientaleAppunti sparsi sui tappeti orientaliAlberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.comBlogger399125tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-59801529632798224092010-09-18T21:59:00.004+02:002015-10-14T11:05:30.439+02:00L'ultimo post di TappetorientaleSeguite il nuovo blog ufficiale di Alberto De Reviziis: <u><span style="color: #810081;"><a href="http://dereviziis.blogspot.com/">Il mercante di tappeti 2.0</a></span></u><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix2rDce42AQckqLX8EOnqIz3DH6LVWs8nB0ZyUp6wMIFtYmTjQi_Ma_8f3EeE9itNTAu-2eMh4YpEGVWteahkLzFzz8CNl7KqSr1Ui-Wsffgse7SVfMnzc9ZbinrxgCLRj2jauU5iiRVkK/s1600/nuovo+blog.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="486" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix2rDce42AQckqLX8EOnqIz3DH6LVWs8nB0ZyUp6wMIFtYmTjQi_Ma_8f3EeE9itNTAu-2eMh4YpEGVWteahkLzFzz8CNl7KqSr1Ui-Wsffgse7SVfMnzc9ZbinrxgCLRj2jauU5iiRVkK/s640/nuovo+blog.JPG" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Con questo ultimo post si concludono le pubblicazioni di Tappetorientale. Il blog rimarrà online, come una enciclopedia di tappeti open source disponibile alla lettura dei suoi oltre 500 articoli, realizzati in quasi tre anni di pubblicazioni (uno straordinario patrimonio che è giusto rimanga a disposizione di tutti). La nuova versione grafica ultima e definitiva di Tappetorientale - che resta online in chiave ormai di sola lettura- è quella di un blog minimalizzato e privato della maggior parte dei colegamenti e dei widget che erano originariamente presenti, talvolta (poichè non verrà più seguito dal suo ideatore) perderà immagini e o subirà inevitabili cambiamenti grafici. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tappetorientale passa il testimone al nuovo blog personale di Alberto De Reviziis: "Il mercante di tappeti 2.0" disponibile al seguente link: http://dereviziis.blogspot.it</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"></span><br />
<blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;">Grazie a tutti i lettori, amici e commentatori che si sono avvicendati dal 2008 in avanti.</span><br />
<span style="color: blue;">Ci vediamo sul nuovo blog <a href="http://dereviziis.blogspot.it/?view=magazine">"Il mercante di tappeti 2.0"</a> </span><br />
<br />
<span style="color: blue;">Alberto De Reviziis</span></div>
</blockquote>
</div>
Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-6613134435336538732010-09-16T09:13:00.001+02:002010-09-16T09:14:14.318+02:00Tabula rasa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4VCKkGXwS1lEF0U6sSNjto2pGI1TJ0iykrEkbdtwN9UHhiswSQaRtVDSKe1wJ-h9pC3f9zgIlogxFFEcr3HTq_3oV19iTBbYdfPPgUMzPvvKiW5VIraWpEycMiARp_R1nmwtMPej9dQ4/s1600/coaching.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" qx="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4VCKkGXwS1lEF0U6sSNjto2pGI1TJ0iykrEkbdtwN9UHhiswSQaRtVDSKe1wJ-h9pC3f9zgIlogxFFEcr3HTq_3oV19iTBbYdfPPgUMzPvvKiW5VIraWpEycMiARp_R1nmwtMPej9dQ4/s320/coaching.jpg" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Devo scusarmi con i lettori e gli iscritti del blog per la perdurata ferma delle pubblicazioni, ma c'è un perchè. </div><div style="text-align: justify;">News sul mondo dell'annodato ce ne sono state e ce ne sono tutt'ora tante, non mancheremo di parlarne (tra qualche giorno). Molte di queste denotano e confermeranno nel futuro una volontà di risveglio del settore e del mercato in generale, una risposta positiva ai grandi scossoni che in questi ultimi due anni tutti noi abbiamo dovuto subire.</div><div style="text-align: justify;">Il 2010 verrà ricordato come un anno di grandi cambiamenti e di momenti traumatici, che hanno costretto molte realtà non solo economiche a confrontarsi con gli eventi velocissimi di un mondo ormai proiettato verso nuove impostazioni economico-mentali. Il mondo attuale è caratterizzato da una variabilità sempre maggiore rispetto al passato. Gli elementi chiave dell'economia sono sempre più immateriali ed influenzati da gusti e opinioni. Le aziende, un tempo considerate come luoghi di stabilità, dove i salariati potevano fare carriera appaiono oggigiorno instabili ed in cambiamento. E' necessario quindi un approccio potente, adeguato ed efficace al mondo aleatorio in cui viviamo. Per farlo è stato necessario destrutturare alcuni aspetti che mi impedivano di fatto uno sviluppo adeguato a fronte dell'eccezionalità del momento. Ho dovuto così diminuire il lavoro amatoriale e di cultura per ridare il giusto slancio al lavoro che altrimenti procedeva di inerzia e solo grazie ai risultati del passato, e anche in questo caso credetemi, per alcuni aspetti ho dovuto delegare, delegare il più possibile (persino la gestione del blog aziendale Tappetirari.blog è stata delegata ad un incaricato). </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In quest'ambito di novità sono fiero di presentare il rilancio ufficiale del mio sito commerciale ed istituzionale: www.tappetirari.com e la totale riorganizzazione dell'azienda che nei prossimi mesi punterà a sbarcare su nuovi mercati: Germania - Spagna, Stati Uniti e Repubbliche centro americane e non solo via internet.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">E poi c'è la nascita di un nuovo blog assolutamente attuale che vi rivelerò solo nei prossimi giorni e la ricollocazione di questo, che è ancora tutta da definire. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Molte molte cose si stanno muovendo, bentrovati!</div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-29910693951352192362010-07-11T19:57:00.001+02:002010-07-11T20:00:22.553+02:00I tappeti persiani tornano sotto embargo USA - 2012 apocalisse per il mondo del tappeto!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.alienjesus.com/wp-content/uploads/2009/10/2012.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="315" rw="true" src="http://www.alienjesus.com/wp-content/uploads/2009/10/2012.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Era già successo, dopo la presa degli ostaggi americani del 4 novembre 1979 presso l'ambasciata americana a Teheran, quando gli USA in tutta risposta stabilirono un embargo <span class="goog-spellcheck-word">pesantissimo</span> che per molti anni isolò la repubblica islamica di <span class="goog-spellcheck-word">Khomeini</span>, ora <span class="goog-spellcheck-word">suc</span>cede di nuovo, con il presidente <span class="goog-spellcheck-word">statunitense</span> Barack Obama che il primo <span class="goog-spellcheck-word">lu</span><span class="goog-spellcheck-word">glio</span> ha firmato una legge per vietare l’importazione di svariati prodotti dell'Iran tra i quali i tappeti, il caviale e i pistacchi. Quali saranno le <span class="goog-spellcheck-word">ripercussioni</span>? Il rialzo delle quotazioni certamente, ma al contempo sarà la fine obbiettiva in Iran di un mercato e di un arte, già di suo in gravissima difficoltà, che ha visto degli oltre 10milioni di lavoratori impegnati nel comparto negli anni '80, ridursi a 2 milioni mezzo negli anni 2000. Sarà la svolta per il sorpasso della produzione <span class="goog-spellcheck-word">indo</span>-pakistana su quella iraniana? E' molto probabile. La fine del mondo del tappeto è ormai sempre più vicina, ma nel caso dell'Iran.. chi è causa del suo mal, pianga se stesso. </div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-375967188655752672010-07-08T22:06:00.004+02:002010-07-08T22:53:57.791+02:00I kilim ancestrali di Çatal Hüyük<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;"><a href="http://www.turkishculture.org/showpic.php?src=images/page/tapestry/kilims/kilim03_b.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="304" rw="true" src="http://www.turkishculture.org/showpic.php?src=images/page/tapestry/kilims/kilim03_b.jpg" width="320" /></a><span class="goog-spellcheck-word">Çatal</span> <span class="goog-spellcheck-word">Hüyük</span> rappresenta per la <span class="goog-spellcheck-word">tappetologia</span> il sito <span class="goog-spellcheck-word">archeologico</span> contenente le più antiche <span class="goog-spellcheck-word">testimonianze</span> pittoriche di tappeti annodati. Si tratta di un importante centro abitato di epoca neolitica dell'Anatolia (Turchia), situato nella regione di <span class="goog-spellcheck-word">Konya</span>, scoperto dall’archeologo <span class="goog-spellcheck-word">James</span> <span class="goog-spellcheck-word">Mellaart</span> nel 1957 e datato tra il 6500 a.C. ed il 5500 a.C. Era costruito secondo una logica <span class="goog-spellcheck-word">completamente</span> diversa da quella moderna: le case erano <span class="goog-spellcheck-word">monocellulari</span> e addossate una all'altra ed avevano altezze diverse, gli abitanti si spostavano passando da un tetto ad un altro e per molte case l'ingresso su quest'ultimo era l'unica apertura. A livello delle terrazze avveniva la <span class="goog-spellcheck-word">circolazione</span> da una casa all'altra, nonché gran parte delle attività domestiche.</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">L'assenza di aperture verso l'esterno, nonché di porte a livello del terreno, difendeva la comunità dagli animali selvatici e dalle incursioni di popolazioni confinanti; l'unica via d'accesso all'intero complesso erano scale che potevano facilmente essere ritirate in caso di pericolo</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">Una città di natura unica, non fortificata ma ad ogni modo protetta <span class="goog-spellcheck-word">sapientemente</span> dall’unico muro che la includeva <span class="goog-spellcheck-word">perimetralmente</span>, un alveare, dove seimila abitanti <span class="goog-spellcheck-word">manifestavano</span> una civiltà evoluta, coltivavano almeno quattordici specie vegetali: dal frumento, all’orzo, ai legumi, producevano bevande fermentate e allevavano bestiame e api. La <span class="goog-spellcheck-word">ricostruzione</span> degli arredi e delle abitudini domestiche fu cosa agevole per gli archeologi, anche grazie alla ricca presenza di reperti riscontrata, e che lasciava ipotizzare un uso diffuso di tappeti piatti. Ma la <span class="goog-spellcheck-word">testimonianza</span> più importante la rivelarono gli affreschi delle sale che gli studiosi definirono "templi", ossia quei luoghi destinati alle <span class="goog-spellcheck-word">celebrazioni</span> rituali. Le pareti erano affrescate di segni, così ben <span class="goog-spellcheck-word">architettati</span> e ordinati da significare impianti di tappeti <span class="goog-spellcheck-word">kilim</span> nella loro interezza, non solo quindi nei simboli, ma anche nell'ordine in cui erano disposti. Tappeti disegnati dunque, e <span class="goog-spellcheck-word">sostanzialmente</span> analoghi agli impianti dei <span class="goog-spellcheck-word">kilim</span> di produzione attuale. La simbologia dei disegni è quello della Grande Madre, culto della fertilità <span class="goog-spellcheck-word">diffusissimo</span> nel Neolitico, con <span class="goog-spellcheck-word">rappresentazioni</span> stilizzate della divinità nell’atto di partorire, e affiancata da divinità guardiane. Un’altra simbologia riscontrata nei <span class="goog-spellcheck-word">kilim</span> affrescati sulle pareti dei templi era quella del Signore degli animali, culto anch'esso molto diffuso in Oriente, e che indicava la capacità dell'uomo di governare le forze della natura. </div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">Il <span class="goog-spellcheck-word">kilim</span> turco, così <span class="goog-spellcheck-word">apparentemente</span> povero per tecnica e così poco evoluto nel disegno, tanto da essere spesso disprezzato come un tappeto di seconda categoria...si rivela invece grazie a questa scoperta, il fossile vivente più ricco e misterioso di tutte le produzioni tessili <span class="goog-spellcheck-word">sopravvissute</span> nei secoli, e nei secoli <span class="goog-spellcheck-word">rimodellatesi</span> agli usi e ai costumi dell'umanità.</div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-45145925110580826692010-06-28T08:28:00.000+02:002010-06-28T08:28:08.250+02:00Lettera aperta dell'Associazione Tappeti Sicuri rivolta ai commercianti di tappeti italianiRicevo e pubblico la lettera aperta dell'Associazione Italiana Tappeti Sicuri, rivolta ai mercanti e commercianti di tappeti orientali: <br />
<br />
<blockquote><div style="text-align: justify;">La crisi del commercio dei tappeti annodati in Italia non è solo dovuta alla crisi economica, bensì a molteplici cause che tutti i commercianti del settore conoscono. Oggi in Italia quasi tutte le attività nel settore dei tappeti orientali sono in grave difficoltà , molti chiudono , altri lo considerano un secondo lavoro. </div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;">E’ fuor di dubbio che , per le persone intenzionate a proseguire questa attività , sia giunto il momento di cambiamenti forti e radicali. Dunque alcune persone , che non vedono il tappeto annodato solo come una merce da commercializzare ma come una passione, hanno dato vita all’associazione italiana Tappeti Sicuri.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">L’associazione ,prima di iniziare le sue attività,ha chiesto e ottenuto il totale appoggio delle istituzioni del settore; ma ora tocca ad ognuno di voi appassionati del tappeto annodato , persone che non vogliono stare impotenti a vedere la fine della propria professione. Purtroppo esiste poca collaborazione in questo settore , poca stima reciproca , tanta concorrenza sleale e controproducente. È incredibile vedere come 10 senegalesi in un parcheggio vendano tutti gli stessi articoli,uno affianco all’altro in grande armonia ; vedere cinesi aprire un negozio di fronte all’altro senza farsi concorrenza sleale. Il segreto è COLLABORAZIONE e non più CONCORRENZA. Noi vendiamo tutti lo stesso articolo: “il tappeto orientale”, è intraprendendo una nuova rotta che riusciremo a fare grandi cambiamenti, con l’aiuto di ognuno di voi ,con consigli , idee , ma soprattutto agendo, e non più guardando passivi giorno per giorno la fine del nostro amato settore. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Per molti queste saranno solo belle parole e nient’altro, invece è una realtà , ed è una grande occasione , ma il nostro maggiore alleato,il centro nazionale del tappeto in Iran , nel darci il patrocinio ufficiale, chiede in cambio “azione” , ma soprattutto “chiede numeri”. Ci aiuteranno, ma soltanto se saremo una grande associazione nazionale con tanti associati in tutto il territorio. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">I maggiori scopi dell’associazione (tra tanti altri) sono: regolamentare il settore , pubblicizzare l’articolo , riconquistare la fiducia persa degli acquirenti causata da anni e anni di concorrenza sleale a colpo di liquidazioni fasulle e falsi sconti. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Bisogna essere una categoria riconosciuta dal governo italiano , dunque entrando nella CONFCOMMERCIO come Associazione , per poter far parte della CNEL - Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro , cosa che “chiede numeri”. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Organizzeremo il tour italiano del tappeto persiano,che toccherà tutte le regioni d’Italia , pubblicizzato su scala nazionali , al quale vi parteciperanno solo gli associati.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Gli associati verranno pubblicati sul portale tappetisicuri.it che a oggi vanta di essere il sito (nel settore dei tappeti ) più visitato in Italia , grazie al suo ottimo posizionamento su Google , nonché il più autorevole grazie alle sue importanti collaborazioni.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Gli associati avranno modo di accedere a un forum online , per poter discutere delle problematiche , dare suggerimenti , chiedere consigli e informazioni, essere costantemente presenti nell’associazione in modo attivo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Durante l’ultima fiera del tappeto persiano nell’isola KISH in Iran , si è svolta una riunione alla quale vi hanno partecipato rappresentanti di molti paesi (tra i quali il presidente dell’associazione italiana Tappeti Sicuri ). In questa riunione , organizzata dal centro nazionale del tappeto , è stata discussa la creazione e la spartizione di un budget da spendere in pubblicità destinato alle associazioni attive nel mondo. La somma è stata concordata del 2% delle esportazioni ; si parla di circa 10 milioni di dollari da spartire tra le associazioni , e la spartizione avverrà in base ai numeri che ha un’associazione. Perciò più ne siamo e più aiuti economici e istituzionali avremo, aiuti che tra l’altro sono un nostro diritto.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il presidente dell’associazione Tappeti Sicuri , durante la riunione di KISH , si è battuto contro la proposta dell’associazione tedesca di spartire in base alle importazioni . Proposta ritenuta dal presidente ingiusta , dato che una gran parte delle importazioni tedesche viene poi venduta in tutta Europa. Dunque il presidente è riuscito a ottenere la spartizioni in base ai numeri degli associati attivi nel settore in un paese.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ora tocca a voi , lasciare da parte lo scetticismo , il pessimismo , e iniziare insieme un nuova era ; anche perché i risultati della vecchia rotta è davanti agli occhi di tutti noi . </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Abbiate il coraggio di cambiare</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Associazione italiana Tappeti Sicuri</div></blockquote>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-87493489743382823322010-06-26T14:18:00.001+02:002010-06-26T14:19:50.577+02:00Le foto della settimana<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpg6q0MRMojx26Zw5fjeoes4Zo4cKC5L_YisFK2XfZ0tYNwZYLMaoAYs3KwNv3kvrhojlxFflOCoGfXiG2JDNih0q0hlQdz1bfGsA4O1QTK_tdy7llcbdIk5HbHBfK4nF8x1eJwLpN0b8Q/s1600/sumak.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" ru="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpg6q0MRMojx26Zw5fjeoes4Zo4cKC5L_YisFK2XfZ0tYNwZYLMaoAYs3KwNv3kvrhojlxFflOCoGfXiG2JDNih0q0hlQdz1bfGsA4O1QTK_tdy7llcbdIk5HbHBfK4nF8x1eJwLpN0b8Q/s400/sumak.JPG" width="400" /></a></div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">Da sempre la contemplazione di un bel tappeto, come quella di un dipinto raro, suscita l'ammirazione, commossa di chi lo guarda. E' un processo elettrochimico difficile da spiegare che riporta la persona ad un immaginario soggettivo o status mentale fatto di ricordi, di idee, di sensazioni, e di desideri.</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">A produrre questo fenomeno è il richiamo del luogo lontano di provenienza, quello delle ermetiche iconografie, e dei colori alle volte sgargianti, altre volte smorzati dal tempo.</div><div style="text-align: justify;">Oltretutto secondo Jung e la psicanalisi, la mente umana si nutrirebbe di simboli, e la connessione cosciente del nostro Io con le forme geometriche è dunque decisiva per cambiare il nostro stato di coscienza, e la nostra vita in generale. Particolari simboli nei tappeti pertanto ci riporterebbero a stati di conscienza interiore archetipa e di riconessione con il passato, permettendoci un più facile accesso alla spiritualità ed ancestralità interiore. Tutto questo per cercare di spiegare come, il tappeto fotografato in determinati contesti (del resto già di per sè la comunicazione fotografica è un linguaggio di arte e poesia) sia in grado di trasmetterci sensazioni piacevoli e stimolanti. Tutto questo per fare il preambolo ad una prossima iniziativa che lascerà spazio all'immaginazione e alle sensazioni di chi legge e visita il blog: la pubblicazione ciclica di foto di tappeti e/o contesti ove i tappeti sono presenti e sulle quali i lettori sono e saranno invitati a commentare con le loro sensazioni. </div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-74573341799045946612010-06-24T17:55:00.002+02:002010-06-24T18:08:46.021+02:00L'acquisto di un tappeto oggi<div style="text-align: justify;"><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbZlws1qlVKaTARSJqz69lzuLH1Njr-_iMqy89Cy-Z_v0dtyjvKpFg0B2WuOdOSrWbDLb9U9dmIK3-rfpnGlrYQg5m1D4n970lJAnp-U4opYv7Q5-pZnATdw2paq1FD6FDl5qNJ7CuWYqf/s1600/gazni.bmp" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ru="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbZlws1qlVKaTARSJqz69lzuLH1Njr-_iMqy89Cy-Z_v0dtyjvKpFg0B2WuOdOSrWbDLb9U9dmIK3-rfpnGlrYQg5m1D4n970lJAnp-U4opYv7Q5-pZnATdw2paq1FD6FDl5qNJ7CuWYqf/s320/gazni.bmp" /></a>La scelta di un tappeto è una cosa molto personale. Superate ormai le velleità e le pretese di una improbabile rivalutazione nel tempo e disinteressati mediamente dagli aspetti culturali del prodotto, i clienti medi che acquistano tappeti oggi, spesso lo fanno sull'onda della moda del momento o comunque su imput indotti di arredo, comunque con criteri e gusti dettati dalla "pancia" e non dal cuore o dal cervello.</div></div><div style="text-align: justify;"><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;">Confesso che quando mi ritrovo di fronte a questi casi, perdo la voglia di "raccontare" il tappeto, perchè mi rendo conto che alla gente spesso non interessa. A questi livelli è praticamente inutile, spiegare i nodi, le manifatture, le origini, i significati dei segni, l'evoluzione della manifattura ecc, perchè l'acquirente è programmato come un software ed è disposto a comprare solo quello che gli hanno fatto desiderare o credere di voler desiderare. Ma un tappeto acquistato con la pancia, difficilmente accompagnerà il suo possessore per tutta la vita, superate le prime euforie, si finirà con il disamorarsene e con lo stancarsene , iniziando magari così il lungo e costoso percorso delle permute o comunque la ricerca poco economica di nuovi tappeti da sostituire agli altri.</div></div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;">A questo punto ecco alcuni consigli pratici, per l'acquisto terra terra, consigli che perlomeno potrebbero aiutare chi vuole comprare un tappeto solo per arredare la casa, a non fare errori di valutazione e di scelta:</div><ul><li>Scegliete il gallerista o il negoziante prima del tappeto</li>
<li>Ricordate che il tappeto non deve necessariamente essere abbinato al resto dell'arredamento come divani o tende, si tratta di un oggetto a sè che può anche arredare per contrasto.</li>
<li style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;">Il tappeto deve piacere a voi, non al rivenditore, al vostro architetto o al vostro parente o amico che vi accompagna nell'acquisto.</li>
<li style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;">Infischiatevene della moda, perchè la moda passa, il tappeto no</li>
<li>Ricordate che gli sconti al 70% non esistono e che il vero tappeto esula da concetti come saldi o outlet in quanto non è un vestito che passa di moda. Pertanto: il risparmio non è tanto nel comprare a poco, quanto nel saper comprare bene.</li>
</ul>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-18885939828183903042010-06-21T22:14:00.003+02:002010-06-22T10:45:53.253+02:00Il museo iraniano nazionale dei tappeti a Teheran<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHzKDemMneWE5xssY6d2CzJCSlSBzEs4Sd2-OvV5_yOKf1ibd6MusY2wkUo9QLaFguytBqp89PlT7sNa5RT5VA_nmL_6nL5PWwSOXSTmOKhlaHV2NX7EwzlQV6Ex8Fvml-LKFQkWa1BNsw/s1600/carpet_museum_001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" ru="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHzKDemMneWE5xssY6d2CzJCSlSBzEs4Sd2-OvV5_yOKf1ibd6MusY2wkUo9QLaFguytBqp89PlT7sNa5RT5VA_nmL_6nL5PWwSOXSTmOKhlaHV2NX7EwzlQV6Ex8Fvml-LKFQkWa1BNsw/s320/carpet_museum_001.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;">I primi tappeti non furono realizzati certamente da popolazioni iraniche, ma bensì da popolazioni di origine turca, tuttavia è innnegabile come in Persia la tradizione dell'annodatura raggiunse vertici tanto elevati da divenire arte, aspetto che tutt'ora perdura ai giorni nostri. Il tappeto persiano è oggi il tappeto fine per eccellenza, quello che per gusto, per impianto decorativo, per ricerca selezionata delle materie prime e per standard di realizzazione è uscito dalla tradizione e dal significato originario del manufatto, prestandosi e aderendo perfettamente ai bisogni e ai gusti occidentali, che già a partire dal XVIII sec. domandavano qualità differenti dai tappeti orientali classici (vedasi l'esperienza dei tappeti annodati occidentali inglesi e francesi).</div><div style="text-align: justify;">Principalmente la scuola persiana ebbe modo di svilupparsi in questa nuova direzione grazie a due fattori:</div><div style="text-align: justify;">la padronanza della tecnica a nodo asimmetrico (originaria dell'Armenia), e lo sciismo di appartenenza, una corrente islamica che al contrario di quella dei sunniti permetteva la riproduzione nei manufatti, di disegni naturalistici come animali, paesaggi e persone. Tali premesse permisero la realizzazione di tappeti figurati e/o naturalistici (da caccia o a giardino) molto più consoni ai canoni artistici occidentali, e per questo in Europa e in America molto più apprezzati di quelli anatolici che invece erano rimasti fedeli alle tradizioni iconografiche e strutturali. Nel museo iraniano nazionale dei tappeti di Teheran (disegnato nel 1976 da Farah Diba Pahlavi, l'ultima regina dell'Iran) sono esposti un gran numero di esemplari persiani datati dal XVIIIesimo secolo al giorno d'oggi, peraltro poco conosciuti e quasi mai mostrati in documentari e filmati. Accade, che proprio a causa delle poche informazioni che riescono a filtrare dal paese, e all'oggettiva difficoltà di riscontri per mancanza manifesta di turisti (ricordo che l'Iran ha uno scarso appeal turistico, per tanti motivi che non sto ad elencare), su tale museo e sugli esemplari esposti si favoleggi, arrivando a "sparare" qualsiasi sciochhezza, pur poi magari voler vendere degli ordinari tappeti di provenienza iranica. Naturalmente chi è addentro al settore sa benissimo che nel museo di cui sopra non sono assolutamente esposti (contrariamente a quanto sostengono alcuni venditori e televenditori) esemplari di Nain Tabas, o di quegli ordinari Kashan a fondo rosso della fine del XXesimo sec. per quanto questi possano e potrebbero essere fini. Gli esemplari collezionati ed esposti sono infatti tappeti di tutt'altra pasta e di tutt'altra qualità e rarità: extrafini di palazzo o rari esemplari ritrattistici come quello di scia Thamasp qui a lato inserito. Curiosando su youtube, ho trovato un video diviso in due parti, che mostra proprio alcuni di questi esemplari. Il video è probabilmente sfuggito alle maglie della censura del museo e delle autorità, in quanto, videoriprendere e pubblicare gli esemplari senza consenso è vietato e tutti i video amatoriali che nel passato sono stati caricati, sono sempre stati puntualmente fatti disattivare.<br />
Pertanto, finchè questo video resterà online, invito tutti a guardalo e a rifarsi gli occhi. Buona visione!</div><br />
<object height="385" width="480"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/XS90AG29O8U&hl=it_IT&fs=1&"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/XS90AG29O8U&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object><br />
<br />
<object height="385" width="480"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/xarSaHrc3do&hl=it_IT&fs=1&"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/xarSaHrc3do&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-1726962131664509392010-06-14T20:10:00.001+02:002010-06-14T20:11:34.801+02:00Nuove tendenze<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://infotappeti.freeforums.org/download/file.php?id=501" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="218" qu="true" src="http://infotappeti.freeforums.org/download/file.php?id=501" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">"Barenjager (Hunter Bear)" di Lise Lefebvre (collezione 2009) è un particolare oggetto di arredamento ricavato da un tappeto persiano in lana di area Khorassan a forma di pelle d'orso. Gli occhi sono di vetro, altri inserti sono in legno e plastica. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Lascio ai lettori i loro commenti in proposito.</div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-53351891463196110112010-06-13T22:55:00.003+02:002010-06-14T08:55:25.263+02:00Gli uccelli raffigurati nei tappeti<div style="text-align: justify;">Il simbolo zoomorfo stilizzato o naturalistico più riprodotto nei tappeti orientali è certamente quello ornitologico, nelle sue innumerevoli varianti. </div><div style="text-align: justify;">Questo avviene per retaggio risalente ai culti pagani naturalistici e sciamanici, per cui uccelli come il gallo, il passero o il pavone assumevano poteri magici, apotropaici (cioè capaci di allontanare gli influssi maligni) o propiziatori. </div><div style="text-align: justify;">In tutte le religioni antiche, l'uccello è sempre stato considerato l'animale più vicino a Dio, lo si trova nei paganesimi, negli sciamanesimi, e nei monoteismi, (nel Mazdeismo l'uccello era l'emblema di Ahura Mazda, il dio principio del bene), persino nei più stretti (si pensi alla colomba cristiana, e, quanto all'ebraismo, numerosi sono i passi nel vecchio testamento in cui la colomba -intesa come simbolo della volontà divina- viene citata). Nell'Islam sono poi frequenti le raffigurazioni del giardino di Allah con gli uccelli a completamento di un lussurreggiante Eden.</div><div style="text-align: justify;">La sacralità degli uccelli scaturiva dal fatto che questi animali, potendo volare, erano considerati i veri e propri intermediari tra cielo e terra, tra umano e divino. Inoltre svolgevano preziosa azione per le società agricole, poiché eliminavano gli animali (topi, formiche, scorpioni) che insidiavano i raccolti.</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;">Tra gli uccelli più rappresentati troviamo l'aquila, simbolo di forza e di regalità, la possiamo riscontrare bicipite, a vortice, stilizzata, ibridata, spesso rappresentata nei tappeti caucasici.</div><div style="text-align: justify;">Il pavone simbolo di nobiltà grazie al suo superbo piumaggio, e ritenuto quanto mai adatto sia per celebrare il culto del sole, sia per proteggere dal maleficio grazie al particolare disegno delle penne che sono simili a occhi. L'Islam riprende questi concetti e li ribadisce, con l'assertazione che il grande profeta Maometto prima della creazione era un'entità di luce splendente con le sembianze del pavone.</div><div style="text-align: justify;">Il simbolo del gallo, era poi importantissimo secondo la religione Mazdeista, dove secondo tale credo aveva la forza e il potere di scacciare le tenebre e rappresentava pertanto il risveglio delle passioni e della vita. All'animale venivano inoltre attribuiti influssi talismanici, in quanto assiduo cacciatore d'insetti dannosi per l'agricoltura.</div><div style="text-align: justify;">Da non dimenticare gli uccelli mitici, come il Simorgh, ampiamente celebrato anche nella letteratura persiana. In grado, come la fenice, di risorgere dalle proprie ceneri (simbolo d'immortalità).</div><div style="text-align: justify;">In considerazione dei loro poteri eccezionali, nei tappeti orientali gli uccelli vengono rappresentati uno di seguito all'altro soprattutto lungo la bordura principale, per costituire una specie di catena protettiva che delimita uno spazio benefico, entro cui l'individuo è protetto da ogni influsso maligno. In ogni caso, gli uccelli (specie passeri e pavoni) vengono intesi come simbolo di protezione nei tappeti, anche quando sono presenti nel campo e solo in numero di due, purchè raffrontati l'uno all'altro. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In ricordo di Rubino (il mio canarino e amico), morto inaspettatamente ieri pomeriggio 12 giugno a causa di un malessere fulminante.</div><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash1/hs552.ash1/32202_1335921354152_1114630865_30783859_2781991_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" qu="true" src="http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash1/hs552.ash1/32202_1335921354152_1114630865_30783859_2781991_n.jpg" width="320" /></a></div><br />
<div style="text-align: center;">Arrivederci Rubino. </div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-607994105177298062010-06-11T21:06:00.002+02:002010-06-11T21:09:44.140+02:00I tappeti "prossimi antichi"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.tappetirari.com/ardebil1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" qu="true" src="http://www.tappetirari.com/ardebil1.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Il DL 41/95 precedente all'unificazione europea includeva i tappeti nella categoria degli oggetti di antiquariato quando questi avevano più di cento anni (omissis). </div><div style="text-align: justify;">Le attuali normative dell'Unione Europea hanno abbassato i requisiti di antichità ed oggi un tappeto può essere considerato antico se ha almeno 60 anni.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Tuttavia, la classificazione e l'inquadramento storico per la determinazione di un periodo di riferimento da attribuire ad un tappeto annodato, è cosa ben più complessa. Mutazioni del contesto sociale e culturale e trasformazioni del territorio sono succedute in tutta l'Asia, con conseguenti influenze sulle produzioni di tappeti, ma in periodi diversi per ogni paese. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il tappeto realizzato a cavallo tra l'antico e il recente è per l'appunto quello denominato "vecchio" o più generalmente chiamato "di vecchia lavorazione", e viene inquadrato in un contesto cronostorico differente a seconda delle realtà dalle quali l'esemplare può provenire: Turchia, Caucaso, Persia, Asia.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Principalmente il tappeto di vecchia manifattura rappresenta quell'ultimo periodo storico, dove seppur realizzato per domanda di mercato, esprimeva una tradizione iconografica e tecnica ancora viva, genuina e tradizionale per molti aspetti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Poichè il tappeto diventa antico (lo diventerà) per definizione per il semplice "scorrere" inesorabile del tempo (anche quelli del 1980 o del 2000) lo diventeranno tra tantissimi anni ......</div><div style="text-align: justify;">è giusto considerare che gli esemplari di vecchia manifattura (gli ultimi realizzati ancora secondo alcuni criteri tecnici ed iconografici classici e in contesti socio-storico/geografici ormai superati) saranno oggettivamente i "prossimi antichi" non soltanto per definizione ma per valore qualitativo e storico tradizionale aggiunto.</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Oggi un tappeto del 1940 o del 1950, da noi non viene percepito antico, x cui spesso facciamo selezioni sulla base dell'oggi, e del suo contesto di mercato odierno, nelle ovvie difficoltà a valutare/interpretare il futuro. E fa specie considerare che lo stesso Alois Riegl, nel 1891, nel suo "Altorientalische Teppiche" diceva quasi centoventi anni fa dei tappeti che oggi consideriamo "antichi" le stesse cose che tanti oggi dicono o possono dire dei tappeti di vecchia manifattura (che tra l'altro sono ancora oggettivamente abbordabili)<br />
<br />
Cito:</div><blockquote><div style="text-align: justify;">“Com’è noto ci si lamenta sempre più di anno in anno del peggioramento dei tappeti di recente produzione in arrivo dall’Oriente, sia per la qualità che per l’aspetto artistico: colori e disegno.”</div></blockquote><div style="text-align: justify;"><br />
Conclusione, oggi soprattutto per via della crisi economica e delle pregiudiziali di cui sopra, il tappeto orientale di vecchia manifattura è ancora sottovalutato ed è acquistabile a prezzi relativamente bassi, se raffrontato ai fratelli maggiori dell'800 o del primo decennio del '900. </div><div style="text-align: justify;">Ma tra alcune decine di anni? Credo valga la pena pensarci su.</div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-79770312606187625962010-05-23T18:33:00.003+02:002010-05-23T21:38:14.568+02:00Un tappeto per il Papa - tirando le somme<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm242Qh3550usCVTyRf7Yi6NyLGQXI9ggSmz4DvYUCs_S6KONtxfvJ4v3wBBtI0QB1zpaiocjsBW9p-JKz6sn0uSy16QsHVcwUk3d4eAkEow56D_hu55LuCMf0rY51RfTeIvX45_h_Vzzi/s1600/popecarpet.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" gu="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm242Qh3550usCVTyRf7Yi6NyLGQXI9ggSmz4DvYUCs_S6KONtxfvJ4v3wBBtI0QB1zpaiocjsBW9p-JKz6sn0uSy16QsHVcwUk3d4eAkEow56D_hu55LuCMf0rY51RfTeIvX45_h_Vzzi/s320/popecarpet.JPG" /></a>Si è conclusa ieri sera alle ore 19:00 la "ostensione" presso il mio atelier del tappeto per il Papa ideato e realizzato dalla Classical Carpets nei laboratori di Ushak in Anatolia e presentato in anteprima nell'unica data di sabato 22 maggio. La presentazione di questo unico esemplare che è destinato a diventare una rarità ed un oggetto di valore storico, economico e sacro ha registrato una partecipazione numericamente discreta, da segnalare anche una breve e gradita ricognizione dell'esperto e collega Taher Sabahi prima della conferenza, il quale ha scattato alcune foto all'esemplare (Forse ci onorerà di un suo articolo in proposito sul prossimo numero di Ghereh?). </div><div style="text-align: justify;">Oltre a ringraziare nuovamente i relatori del convegno del quale è stato realizzato un filmato che è in lavorazione e che verrà prossimamente pubblicato, si ringraziano tutti i visitatori.</div><div style="text-align: justify;">Un sincero e particolare ringraziamento va a chi ha creduto in questa iniziativa, premiando settimane di sforzi organizzativi ed economici sopportati dalla Ushak Atelier di Meraviglie, dalla De Reviziis Tappetirari.com e dalla Container Concept Store. </div><div style="text-align: justify;">Unica macchia di cui ci si rammarica: la scarsa partecipazione degli esercenti e dei residenti della via del Carmine di Torino. Purtroppo eventi di cultura come questo non sempre vengono capiti e accolti dal pubblico come ci si aspetterebbe.</div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-65237039006612252442010-05-21T21:31:00.002+02:002010-05-21T21:40:56.395+02:00Vi aspetto tutti questo sabato 22 Maggio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijUdOEs8_MEKgQ3ZE140WR2KegtRN3-JySaQ8EIPXaxobHtmq3kU1NQI5tDQwBmh22oiqc9UBekXXPfJBR5op5t5Z8NHoRFZ6BRGKXwZhEYmJbXKtToT47EQt7gsEDgXaGwNW892kMZr8d/s1600/locandina.bmp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" gu="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijUdOEs8_MEKgQ3ZE140WR2KegtRN3-JySaQ8EIPXaxobHtmq3kU1NQI5tDQwBmh22oiqc9UBekXXPfJBR5op5t5Z8NHoRFZ6BRGKXwZhEYmJbXKtToT47EQt7gsEDgXaGwNW892kMZr8d/s320/locandina.bmp" /></a></div><div style="text-align: justify;">Vi aspetto tutti presso il mio atelier (De Reviziis - via del Carmine 8/b) ore 16:00 per l'esposizione unica ed irripetibile del Tappeto Ushak destinato in dono al Pontefice Benedetto XVI. Il tappeto giungerà direttamente da Parma il giorno stesso e verrà esposto al pubblico solo per poche ore in quest'unica data e in quest'unica occasione, per poi ripartire la sera per Parma e di lì alla volta della Santa Sede.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Come introduzione all'evento: un vernissage ed una conferenza introduttiva al tema presso la galleria Container Concept Store di via del Carmine 11 ore 15:00.</div><br />
Link diretto per scaricarsi l'invito: <a href="http://www.tappetirari.com/invito.pdf">http://www.tappetirari.com/invito.pdf</a><br />
<br />
Vi aspetto tutti.Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-87945268399146213872010-05-18T22:37:00.002+02:002010-05-19T09:01:40.455+02:00I tappeti Ushak<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.classicalcarpets.com/images/medallioncenter%2001.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.classicalcarpets.com/images/medallioncenter%2001.jpg" width="266" wt="true" /></a></div>Gli Ushak (in turco Uşak) erano tappeti ottomani famosissimi, che venivano realizzati tra il XIV sec. e il XVII sec. nell'omonima città di Uşak a nord di Denizli. Erano tappeti molto apprezzati dalla corte di Istanbul che ne commissionava di svariati, soprattutto di ampie dimensioni, ma erano anche i tappeti dei mercanti veneziani e genovesi che avevano stabilito una sorta di monopolio commerciale marittimo con i Turchi, portando da oriente ai porti italiani i primi commerci. </div><div style="text-align: justify;">Gli impianti decorativi degli Ushak erano vari: a buco di serratura, a stella, a griglia, a gol arabescati, chintamani, etc. rappresentavano la continuità iconografica ed aniconistica oghuz e selgiuchide dei secoli precedenti, filtrata però dalla rinnovata sensibilità dei laboratori di corte ottomana che avevano fatto propri elementi di classicità bizantina ed elementi iconografici e tecnici originari dalla Persia e dall'Armenia.</div><div style="text-align: justify;">Realizzati lana su lana con trama molte volte di colore rosso, avevano nodo asimmetrico con una densità oscillante tra i 500 e i 1500 per dmq. </div><div style="text-align: justify;">Nel corso del tempo questi tipi di tappeto furono denominati in modi assai diversi: “tappeti dell’Asia Minore”, "tappeti di tipo turco", "tappeti anatolici", "Ushak", etc, ma la definizione tuttora più utilizzata è quella che prende il nome dai pittori rinascimentali che li ritraggono nelle loro tele: Lotto, Bellini, Memling, Holbein, Ghirlandaio, etc. </div><div style="text-align: justify;">Purtroppo l'avvento del Barocco in Europa (Roma nel XVII) segnò il tramonto degli Ushak, che vennero via via soppiantati da ricche e floreali produzioni europee: in primo luogo Aubusson , Savonnerie e Axminster e poi successivamente dalle produzioni floreali persiane.</div><div style="text-align: justify;">Ushak produsse ancora eccellenti esemplari fino alla fine del XIX sec. esclusivamente per la corte ottomana. Con la caduta dell'Impero nel 1923 la manifattura di corte di Ushak si interruppe definitivamente, lasciando il posto a manifatture periferiche di esemplari scadenti di piccolo formato e di kilim. </div><div style="text-align: justify;">Da un paio di anni a questa parte la Classical Carpets ha ricominciato a fare annodare ad Ushak tappeti stilisticamente e strutturalmente identici a quelli dei secoli passati, in un percorso di recupero storico e culturale dell'annodato che non ha precedenti e non ha paragoni neppure con il progetto Dobag.</div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-67806107896184287782010-05-15T20:52:00.008+02:002010-05-16T10:29:58.846+02:00Il contesto storico dei tappeti Ushak<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu8cGQfQR6I0ilj0i8m9OKWrhyxe3AzR7w6krttkkOh7ih-rXhgLYkDMo4RIhcYx4wR5-W8AbVZXdxUhOpIM2vdi0paD1D5WPJVncdJOy7IkQhZB2gpN3l6WkE2B0pcwNWDlNEfjCkco7s/s1600/ottomanempire.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="158" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu8cGQfQR6I0ilj0i8m9OKWrhyxe3AzR7w6krttkkOh7ih-rXhgLYkDMo4RIhcYx4wR5-W8AbVZXdxUhOpIM2vdi0paD1D5WPJVncdJOy7IkQhZB2gpN3l6WkE2B0pcwNWDlNEfjCkco7s/s200/ottomanempire.jpg" width="170" wt="true" /></a></div><div style="text-align: justify;">E' impossibile parlare dei tappeti Ushak senza fare prima una doverosa premessa sulla situzione geopolitica nel XV secolo in Asia. Situazione che diede appunto i natali a questo particolarissimo fenomeno artistico ottomano, riprodotto nella maggior parte delle tele rinascimentali della vecchia Europa e ivi molto apprezzato e ricercato.</div><br />
<div class="separator" style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgW_eHarSWrPCaG83inITPxNvaPolXU0A5XXzt2d6-mQWNQbApyNjALZlkjLy5bSgx_bvnt6DhGYSlwJGGbbkDqkq40yaXHgRgAB9jINLcxsfT1Gw3KJB8w9fJmif3di-34sOaQ7wMPsqe/s1600/Constantine.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgW_eHarSWrPCaG83inITPxNvaPolXU0A5XXzt2d6-mQWNQbApyNjALZlkjLy5bSgx_bvnt6DhGYSlwJGGbbkDqkq40yaXHgRgAB9jINLcxsfT1Gw3KJB8w9fJmif3di-34sOaQ7wMPsqe/s320/Constantine.jpg" wt="true" /></a></div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">La dinastia ottomana (1281 al 1923) che aveva preso il nome dal suo fondatore Osman I figlio di Ertuğrul della tribù Kayi dei turchi Oghuz, dopo aver conquistato tutta la penisola anatolica, nel corso del XV secolo, intraprese una minacciosa penetrazione verso il cuore dell'Europa, riuscendo a sottomettere l'intera penisola balcanica fino al Danubio. Nel 1453 Il sultano che era l'assoluto autocratico regnante e governante e vantava per questo numerosi titoli: Sovrano del Casato di Osman, Sultano dei Sultani, e Khan, conquistò anche Costantinopoli, proclamandosi Kayser-i Rum (Cesare dei Bizantini) e lasciando il mondo cristiano nel più assoluto sbigottimento. Era infatti la fine di un'era, perchè sotto l'incalzare delle truppe musulmane guidate dal sultano Maometto II, non cadeva semplicemente la capitale Bizantina, cadeva la Roma d'Oriente, un simbolo millenario della classicità. Naturalmente la caduta di Costantinopoli non fu solo per merito militare turco quanto anche per il mancato interventismo delle controparti, che per opportunismo strategico/economico decisero di voltare le spalle alla capitale Bizantina. Venezia e Genova infatti preferirono salvaguardare i buoni rapporti commerciali con i turchi, abbandonando così Costantinopoli al suo destino, e ben poco, poterono fare gli aiuti inviati dal Papa, essi infatti giunsero quando ormai gli ottomani erano già entrati trionfalmente al di là delle mura. Ma l'impeto ottomano non si accontentò certo di quella clamorosa conquista. <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/16/Nehzetul-Ahbar_der_Sefer-i_Sigetvar_247b.jpg/200px-Nehzetul-Ahbar_der_Sefer-i_Sigetvar_247b.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/16/Nehzetul-Ahbar_der_Sefer-i_Sigetvar_247b.jpg/200px-Nehzetul-Ahbar_der_Sefer-i_Sigetvar_247b.jpg" wt="true" /></a></div>Agli inizi del Cinquecento, Selim I, nipote di Maometto II, occupò l'Armenia persiana, sconfiggendo successivamente anche l'ultimo sovrano mamelucco. Gli ottomani presero così possesso anche dell'egitto, della Siria e della Palestina, l'impero al momento del suo apogeo, (regno di Solimano 1520-1566), si estendeva ormai su tre continenti, e comprendeva culture e popoli estremamente diversi fra loro. La volontà di rispettare le tradizioni dei popoli, ma anche la comodità rappresentata dal fatto di non dover creare una nuova legislazione nei paesi appena conquistati fecero dell'impero ottomano un laboratorio di tolleranza multietnica straordinario. L'Impero bizantino giocò un ruolo importante nella trasmissione della conoscenza classica al mondo islamico, la vecchia Costantinopoli islamicamente ribattezzata dagli ottomani "Istanbul" vide la gran parte degli edifici religiosi non distrutti, ma bensì riadattati in moschee nel pieno apprezzamento del precedente stile architettonico (un esempio ne è la moschea di Santa Sofia, un tempo il più grande tempio della cristianità). Il trasferimento della capitale ottomana nell'antica città bizantina, poi portò alla costruzione del grandioso complesso del Topkapi nell'area precedentemente occupata dal foro e dai palazzi imperiali. Con la corte ottomana affacciata sul bosforo e sull'Europa la città di Istanbul divenne centro di rinnovato fervore artistico e culturale, sotto gli ottomani, Costantinopoli ritrovò un nuovo periodo di splendore, diventando sede del califfato nel 1517, ma mantenendo la sede del patriarcato greco-ortodosso e il carattere cosmopolita dei secoli precedenti.</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;"></div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">Il dominatore ottomano intrapprese un rapporto di osmosi con le altre culture dell'impero, che furono di volta in volta valorizzate, evidentemente, per senso di opportunità ma anche e per consapevole volontà di migliorare se stesso, e conferendo così anche all'arte, caratteristiche e gusti del tutto innovativi nell'ambito dell'Islam. Fu così che la corte di Istanbul, influenzata anche dall'antica tradizione bizantina e greca, e al tempo stesso caratterizzata dagli antichi echi di un lontano oriente dal quale i turchi ottomani erano originari (l'Asia centrale), promosse su ampia scala la produzione artistica di oggetti di lusso, tra i quali appunto i tappeti di Ushak.</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">I tappeti Ushak - in turco Uşak - venivano realizzati nell'omonima città di Uşak a nord di Denizli, a partire dal XV secolo. I fasti del gusto bizantino e l'austerità del disegno turco si mescolarono alle conoscenze di annodatura e di estetica persiana (nodo e grandi medaglioni), il che permise di raggiungere livelli di annodato molto evoluti, sia per l'imponenza iconografica degli esemplari a grandi medaglioni, sia per il nodo asimmetrico che conferiva grande finezza, che per la capacità di curvare le linee negli impianti iconografici. Erano modelli nuovi, tanto per l'Islam ottomano quanto per l'occidente cristiano, ma che rappresentavano al tempo stesso una classicità criptica per ambedue le civiltà. I simboli infatti traevano ispirazione da culture che si erano già incontrate precedentemente, rispettivamente: il patrimonio culturale ed estetico ellenistico di Carlo Magno e quello buddistico/braminico dell'Asia. Gli Ushak esercitavano quindi un fascino magnetico che richiamava ambedue le civiltà alle loro precedenti origini, era un continuo ribagnarsi alla fonte, (si pensi ad esempio ai Chi di nuvole di patrimonio asiatico e alle linee secce e geometriche delle greche presenti nelle cornici di richiamo ellenistico). Fu probabilmente questa la vera chiave di volta del grande successo di questi eccezionali tappeti, almeno fino al XVII sec.</div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-6783635171292222812010-05-11T22:54:00.000+02:002010-05-11T22:54:36.254+02:00"Un tappeto per il Papa" - info e biglietto d'invito<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc_MwxJXTkfAPeMkaPBTQigrwIxTHXedcXQTsvHE6KxWOm5CCvLmFp-LcZQ4THtpugFxzksvp5bmF1iOWI6LwW9BYr0ejOYWsP2dWsbm6pF2VJ3nU8Ph8FH6J2ii6kdRjJHT1YZMZUn1Gi/s1600/particolare.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc_MwxJXTkfAPeMkaPBTQigrwIxTHXedcXQTsvHE6KxWOm5CCvLmFp-LcZQ4THtpugFxzksvp5bmF1iOWI6LwW9BYr0ejOYWsP2dWsbm6pF2VJ3nU8Ph8FH6J2ii6kdRjJHT1YZMZUn1Gi/s320/particolare.JPG" tt="true" /></a>"Un tappeto per il Papa" è il nome scelto per la presentazione al pubblico a Torino di uno straordinario Ushak della Classical Carpest realizzato e destinato esclusivamente per Papa Benedetto XVI.</div><div style="text-align: justify;">L'evento che durerà il solo giorno 22 maggio 2010 sarà caratterizzato da diversi appuntamenti che prenderanno vita in due luoghi distinti ma non distanti: l'Atelier De Reviziis - Tappeti Orientali in via del Carmine 8/b e il negozio Container Concept Store di via del Carmine 11. </div><div style="text-align: justify;">Alle 14:50 nei locali di Container Concept Store un piccolo vernissage, alcuni esemplari Classical Carpets ed una breve conferenza sugli Ushak e sul tappeto in oggetto, apriranno la strada all'esposizione dell'esemplare.</div><div style="text-align: justify;">Il tappeto sarà visibile a partire dalle ore 16:00 nell'Atelier De Reviziis Tappeti orientali, al centro di un ambiente tipicamente orientale e attorniato da decine di tappeti classici dell'Atelier stesso e da altri tappeti Ushak dal catalogo Classical Carpets. Si prevede che in alcuni momenti della giornata, il tempo per osservare da vicino questo particolarissimo oggetto sarà piuttosto breve, dai 5 ai 10 minuti, a seconda del flusso di visitatori. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>Per scaricare l'invito alla presentazione cliccare <a href="http://www.tappetirari.com/nvito-un_tappeto_per_il_papa.rar">QUI</a><br />
Link diretto: <a href="http://www.tappetirari.com/invito.pdf">http://www.tappetirari.com/invito.pdf</a>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-89469143273909976342010-05-07T20:35:00.008+02:002010-05-08T17:30:34.427+02:00Un tappeto per il Papa<div style="text-align: justify;">Quanto avevo auspicato alcuni mesi fa <a href="http://tappetorientale.blogspot.com/2009/12/i-papi-e-i-tappeti.html">(clicca qui per leggere)</a> si sta finalmente avverando: la Classical Carpets ha infatti realizzato nei laboratori turchi un nuovo Ushak espressamente per il Santo Padre. Si tratta di un esemplare inedito, che in letteratura viene definito il tappeto di congiunzione tra l'Holbein e il Lotto, selezionato tra i tappeti classici nel libro di Julius Lessing e presente nel famoso dipinto di Memling. Naturalmente da grande estimatore dei tappeti anatolici e da cattolico quale sono, non potevo esimermi dal contribuire fattivamente per la sponsorizzazione di questa iniziativa che per l'occasione ho voluto ospitare personalmente presso il mio piccolo atelier, in concomitanza con il week end conclusivo dell'Ostensione della Sindone e a pochi giorni dall'invio con una delegazione di questo importante dono al Santo Padre. Nei prossimi giorni, Tappetorientale si dedicherà pertanto alla presentazione di questo evento di una sola giornata, con la possibilità non ancora confermata di una proroga di un giorno, e cioè possibilmente dal 22 maggio al 23 maggio compreso. Naturalmente tutto dipenderà dalla risposta del pubblico.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Per ulteriori info: <a href="http://tappetirari.blogspot.com/2010/05/un-tappeto-per-il-papa-torino-22-maggio.html">http://tappetirari.blogspot.com/2010/05/un-tappeto-per-il-papa-torino-22-maggio.html</a></div><div style="text-align: justify;">Qui sotto il trailer promo dell'iniziativa. <br />
Buonavisione.<br />
<br />
<object height="385" width="480"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/UvgDf9mDhaw&hl=it_IT&fs=1&"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/UvgDf9mDhaw&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object></div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-31433742258480673912010-05-03T21:23:00.003+02:002010-05-05T19:17:05.560+02:00La storia dei tappeti "bejeweled" o "ingioiellati"<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqCO1Uijc77xJNjRXuF0iW5ducZbNfj4ZyXUM82WHIQ_jcvDFH1OP8fkMNJYEEtZaOMKGtMOlVzoUDRyzZ4ItueIye0HuB2wEWRKo9zCyS2BGj0BoiiIFkzw_OtpBOyY3sleuz-iyQW2YE/s1600/baroda.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqCO1Uijc77xJNjRXuF0iW5ducZbNfj4ZyXUM82WHIQ_jcvDFH1OP8fkMNJYEEtZaOMKGtMOlVzoUDRyzZ4ItueIye0HuB2wEWRKo9zCyS2BGj0BoiiIFkzw_OtpBOyY3sleuz-iyQW2YE/s320/baroda.jpg" tt="true" /></a>Il primo tappeto ingioiellato conosciuto nella storia, è quello di re Cosroe I, della Persia Sasanide, il quale detenne il potere dal 531 al 579 d.C. e che secondo fonti letterarie e storiche si narra abbia fatto realizzare un imponente tappeto giardino per la sala delle udienze a Ctesifonte (capitale dell'antica Persia Sasanide), e con il quale durante i lunghi inverni si intratteneva per ricordare le gioie della primavera quando le nevi e le noie dell'inverno appunto lo assillavano e lo trattenevano a palazzo. Il tappeto era enorme, delle dimensioni approssimative di 65 x 25 metri, intessuto completamente in fili d'oro, di seta e d'argento, e decorato con pietre preziose, dove queste simulavano i fiori in boccio, i cristalli chiari rappresentavano l'acqua corrente e i grandi smeraldi imitavano il verde dei prati. Purtroppo gli arabi, che invasero la Persia nel 634 d.C. smembrarono il tappeto e ne portarono i pezzi a Damasco e presso le loro regge e/o abitazioni per trattenerli e venderli. </div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">La tradizione dei tappeti ingioiellati proseguì sicuramente presso le corti e i palazzi dei califfi abbasidi del nono secolo d.C. Nelle descrizioni della celebre raccolta di novelle orientali "Le Mille e una notte" si parla infatti di tappeti decorati con perle, rubini e turchesi. Ovviamente non si sa quanto ci sia di vero in queste cronache e quanto di mitizzato, resta il fatto che tali tappeti vengono considerati a tutt'oggi come i precursori degli Herekè a fili d'oro e di argento.</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">Una testimonianza contemporanea di questa tipologia mitica la fornisce il famoso tappeto di perle di Baroda venduto poco tempo fa a Doha all'asta di Sotheby's ad un prezzo record di quasi 5,5 milioni di dollari. Questo eccezionale tappeto indiano realizzato e commissionato un secolo e mezzo fa per la tomba di Maometto a Medina. venne ordinato dall'allora Maharaja di Baroda, nel Gujrat indiano per un voto che aveva fatto. Si tratta di un enorme ricamo in fili di seta e perle intrecciate (oltre un milione e mezzo) oltre a diamanti, rubini, smeraldi e zaffiri, con un disegno a tre medaglioni, ispirato agli esemplari Safavidi.</div><div style="text-align: justify;">L'esemplare è stato comperato da un anonimo compratore che se lo e' aggiudicato per la cifra di 5,458 milioni di dollari. Fili d'oro e di argento sono stati intrecciati in esemplari Safavidi di Tabriz nel XVI secolo, e più recentemente nei Kashan e negli Herekè produzione quest'ultima tutt'ora esistente e rappresentante i più preziosi e fini tappeti in seta annodati nel mondo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP0BVC0DxybwD-eTFjEjXTPNrgAWNzhVx2MjCJNxqbTK2JnkPywGwP5Q92-0G_ooGAxP3klCegLp7mft_bmswttfQs_hmC-uIUGTfM5V2ProcQvKH24PvwCSD6YqXVYeHvS5w96GEZUCJn/s1600/baroda2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP0BVC0DxybwD-eTFjEjXTPNrgAWNzhVx2MjCJNxqbTK2JnkPywGwP5Q92-0G_ooGAxP3klCegLp7mft_bmswttfQs_hmC-uIUGTfM5V2ProcQvKH24PvwCSD6YqXVYeHvS5w96GEZUCJn/s400/baroda2.jpg" tt="true" width="400" /></a></div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-26848144493497216952010-05-02T23:37:00.002+02:002010-05-05T19:19:00.528+02:00Ritorno al buon senso?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.apartmenttherapy.com/uimages/chicago/102908rug1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="261" src="http://www.apartmenttherapy.com/uimages/chicago/102908rug1.jpg" tt="true" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Dopo anni di alienazione degli ambienti, con la promozione di arredi d'interni, monocromi e dalle linee secche e rigide. Dopo aver imposto al consumatore per intere decadi cosa egli doveva comperare e cosa invece doveva buttare perchè oboleto e demodè. Dopo aver obbligato l'essere umano a vivere in ambienti freddi, asettici, simili a ospedali o uffici, privandolo dei colori, e di suppellettili, come i tappeti a terra e i dipinti alle pareti...</div><div style="text-align: justify;">Negli Usa un piccolo moto di restaurazione sta ricominciando a muoversi.</div><div style="text-align: justify;">Si chiama Apartment therapy ossia appartamento terapia.</div><div style="text-align: justify;">Il sito è questo: <a href="http://www.apartmenttherapy.com/ ">http://www.apartmenttherapy.com/ </a> e lo slogan è eccezionale: "Salviamo il mondo una stanza per volta".</div><div style="text-align: justify;">In pratica si promuove il ritorno all'arredo classico, dove le cose che via via l'uomo moderno si era abituato a togliere, ritornano. </div><div style="text-align: justify;">Oggetti come quadri e Tappeti, che riprendono il loro ruolo, non solamente in funzione di arredo, ma anche nella riconosciuta funzione di restituire un equilibrio perduto alla compromessa psiche dell'uomo moderno. </div><div style="text-align: justify;">Chissà se la Apartment therapy arriverà anche in Italia. Incrociamo le dita, nel frattempo godiamoci queste immagini di tappeti proposti negli ambienti del sito: <a href="http://www.apartmenttherapy.com/">http://www.apartmenttherapy.com/</a> </div><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.apartmenttherapy.com/uimages/ny/gabriel-houslg1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="285" src="http://www.apartmenttherapy.com/uimages/ny/gabriel-houslg1.jpg" tt="true" width="400" /></a></div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-86928507303944592582010-05-01T20:17:00.002+02:002010-05-05T19:19:35.325+02:00Giappone - una mostra a Kyoto di tappeti Safavidi in seta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.climatechangeconnection.org/Solutions/images/KyotoLanterns.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://www.climatechangeconnection.org/Solutions/images/KyotoLanterns.jpg" tt="true" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Per chi dovesse andare in Giappone in questi giorni di maggio, ci sono ancora poco più d'una ventina di giorni per poter visionare una mostra di antichi tappeti e tessuti persiani in seta iniziata il 23 aprile a Kyoto. </div><div style="text-align: justify;">La kermesse durerà un mese, presso appunto il museo delle sete di Kyoto, icona della mostra: un tappeto del periodo Safavide, di dimensioni definite dagli organizzatori iraniani e giapponesi "monumentali". Donato 500 anni fa alla corte del Sol Levante, questo tappeto eccezionale non venne quasi mai esposto al pubblico, per questo si pensa attirerà l'attenzione di molti esperti ed appassionati da tutto il mondo.</div><div style="text-align: justify;">In alcuni stand della mostra vengono anche illustrate le varie fasi della lavorazione dei tappeti, dallo sviluppo dei bozzoli di bachi da seta fino alla tessitura di tessuti e tappeti. L'evento è stato organizzato in collaborazione della "Iranian Handmade Carpets Association e National Iranian Carpet Center" sponsor iraniani dell'esposizione.</div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-17082457241000480882010-04-25T22:27:00.002+02:002010-05-05T19:20:05.995+02:00I tappeti di Joshagan e Meymeh<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;"><a href="http://lh4.ggpht.com/_qMSL1CHWdYE/Rx56j1zSMfI/AAAAAAAAAVw/6rvIKrIk7ak/s1600/joshagan.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://lh4.ggpht.com/_qMSL1CHWdYE/Rx56j1zSMfI/AAAAAAAAAVw/6rvIKrIk7ak/s320/joshagan.jpg" tt="true" /></a>La manifattura persiana di Joshagan vanta tradizioni antiche a partire dal XV secolo d.C. </div>Tradizione tessile ininterrotta anche a livello iconografico, con impianti del 1500 quasi del tutto simili a quelli ancora riprodotti negli ultimi decenni dell'ultimo secolo (si pensi al frammento esposto al Victoria and Albert Museum di Londra). In genere l'impianto è costituito da un medaglione romboidale al centro del campo che è sempre rosso scuro, mentre un infinità di piccoli decori a croce, a fiori e a rombetti decorano e riempieno l'intero campo che viene sempre contrapposto nei cantonali e nelle cornici ad un blu intenso. Sono tappeti robusti, ma eccellenti, con orditura e trama in cotone ed un'annodatura asimmetrica che varia di densità a seconda dei villaggi: tra i 1200 e i 3000 nodi per decimetro quadrato. Tra le tante varianti la più conosciuta è quella dei tappeti Murchekhordt e di Meymeh decisamente più fini ed accurati.Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-74612074185841838212010-04-16T23:04:00.003+02:002010-05-05T19:20:42.138+02:00Casa Vianello la casa degli italiani con tanti tappeti<object height="385" width="480"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/mZU3E0PMJSI&hl=it_IT&fs=1&"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/mZU3E0PMJSI&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">Con la morte di Raimondo Vianello (spentosi ieri mattina a pochi giorni dal suo 88esimo compleanno) se ne va una delle ultime figure della vecchia guardia televisiva e filmica italiana che non ha purtroppo eredi. Vianello è stato un grande della televisione, aveva battute sempre pronte, ma di classe, mai volgari. La sua semplicità nel far ridere, lo rendeva una persona unica e semplice allo stesso tempo, tanto da farlo percepire uno di noi. Per questo ora che è morto, gli italiani lo piangono, perchè è come se fosse morta una persona cara, un parente. Non entreremo più, purtroppo, tra le mura amiche e serene di “Casa Vianello”, la casa di tutti gli italiani, una casa di serenità e di allegria, densa di calore umano e familiare, sempre ben arredata anche con tanti tappeti (non mancavano mai). E non mancavano mai proprio perchè rispecchiava una vita semplice offrendo insieme ai suoi inquilini una continuità, un'alternativa tradizionale ai valori mutati della nostra società. Esempi filmici ed esistenziali quelli della coppia e della casa Vianello: amore per il focolare, fedeltà e rispetto coniugale, una coppia che non ha mai dato scandalo e anzi ha dato un esempio a tutta la televisione italiana. Sono giorni tristi questi, perchè Vianello è un altro pezzo che se ne va della nostra vita, e come ha detto giustamente Maurizio Costanzo: "L'unica cosa che mi piace pensare è che si sia ricostituita la coppia con Ugo Tognazzi'."</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>Addio Vianello e grazie per averci fatto ridere in tutti questi anni.Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-57001615630967941572010-04-15T16:44:00.003+02:002010-05-05T19:21:23.195+02:00Tappeti Torbat questi sconosciuti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.tappetirari.com/beluchi_esempio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.tappetirari.com/beluchi_esempio.jpg" width="171" wt="true" /></a></div><div style="text-align: justify;">I Torbat sono esemplari afghani di natura Baluci, di stretta familiarità iconografica e cromatica con i tappeti provenienti dal Turkmenistan. Vengono indicati come tappeti prodotti nelle realtà di Torbat-e-Heydariyeh e Torbat-J-Jam, nel Khorassan persiano, ma in realtà questi due centri non lontano l'uno dall'altro, sono solo più che altro luoghi di raccolta e di commercializzazione di tutti i tappeti prodotti nelle aree circonvicine. </div><div style="text-align: justify;">Ai Torbat-e-Heydariyeh in genere si attribuiscono gli esemplari più fini, mentre a Torbat-J-Jam quelli più rustici e di pattern più turkmenizzato. In ogni caso è una necessità solo nostra tipicamente occidentale quella di voler trovare e attribuire sempre e a tutti i costi una localizzazione ad ogni singolo tappeto, cosa che non sempre è serenamente possibile. Nel caso dei tappeti Torbat, i numerosi sposamenti, le suddivisioni di queste tribù in gruppi, le influenze dei turcomanni (specialmente tekkè) che fino alla fine del '800, varcavano ripetutamente il confine, hanno determinato una tale eterogeneità di esperienze e di modelli e quindi di manufatti, da rendere assai difficile la conoscenza esatta di tali prodotti. Come prodotti di Torbat vengono quindi inseriti un'infinità di tipi di Baluci, tra i quali i Sangan dallo stile inconfondibilmente turkmeno: linee secche, gol spaziati simili agli Ersari disposti a lunghe file verticali, colori scuri e forti, ma anche con contrasti in bianco nelle corici con l'utilizzo di cotoni mercerizzati. </div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-12240886351493944152010-04-14T18:18:00.006+02:002010-05-05T19:22:45.418+02:00I discussi motivi iconogafici di Varamin<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;"><a href="http://www.tappetisicuri.it/foto/carpets/4/1/3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.tappetisicuri.it/foto/carpets/4/1/3.jpg" wt="true" /></a>Qualche giorno fa su richiesta di una lettrice del blog, ho accennato <a href="http://tappetorientale.blogspot.com/2010/04/il-motivo-bandi.html">in un articolo</a>, al motivo "Bandi" in una chiave retrostorica e retroculturale che a qualche gentile lettore più solidamente legato ad aspetti pragmatici e classici, potrebbe essere apparsa insolita e addirittura ardita. Questa interpretazione delle origini ancestrali del motivo Bandi, dovevano e volevano aiutare la sig. Francesca a riconoscere nel suo Varamin a boteh e con tale impianto, un significato culturalmente apprezzabile che andasse al di là della mera questione estetica. Ho anche pubblicato a tal fine un'immagine puramente rappresentativa di un Varamin a boteh che potesse avvicinarsi il più possibile a quello Bandi della signora Francesca. </div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">Devo dire che ne è nata una <a href="http://tappetorientale.blogspot.com/2010/04/il-motivo-bandi.html?showComment=1270982869627#c5069237272682063041">discussione interessante</a>, non solo sul motivo Bandi a boteh in se stesso, ma anche su altri motivi: Moharramat, Mina-khani, ecc utilizzati nei tappeti persiani e più in specifico in quelli di Varamin.</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;"><div class="separator" style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV3RWwhumraEAxpdlkSyEKney54uWJsBXKPegLgpizmRGJb4oMsJ6IIi6ERoiL2bEXHhWn_unuQngSKrdsEO1z-7SAgNoY2KnMJQNaHNwiSgZndoujnQX92sPyT2wpmiFjoF0UOU4Xld6B/s1600/varamin-bandi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV3RWwhumraEAxpdlkSyEKney54uWJsBXKPegLgpizmRGJb4oMsJ6IIi6ERoiL2bEXHhWn_unuQngSKrdsEO1z-7SAgNoY2KnMJQNaHNwiSgZndoujnQX92sPyT2wpmiFjoF0UOU4Xld6B/s320/varamin-bandi.jpg" width="228" wt="true" /></a><a href="http://www.tappetisicuri.it/foto/carpets/4/1/37.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.tappetisicuri.it/foto/carpets/4/1/37.jpg" wt="true" /></a></div>Ho controllato testi e siti e pare che effettivamente la confusione in merito sia tanta. L'unico motivo Varamin sul quale sono concordi la maggior parte dei testi e dei siti è infatti il classico Mina-Khani, mentre per quanto concerne invece il motivo a reticolato con boteh a tutto campo come quello che ho pubblicato (fig.2), il vuoto di informazione è assoluto, venendo questi praticamente sempre identificato come un generico "motivo a boteh" e senza ulteriori approfondimenti. </div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">Personalmente questo motivo a boteh (fig.2), non lo colloco come un motivo Moharramat, ma come una variante del Bandi, mentre un motivo di Moharramat resta per quanto mi riguarda una decorazione a strisce nette come nel disegno 3 (immagine presa dal sito tappetisicuri).</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;"><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;">Ad ogni modo mi rendo conto che sia una questione di punti di vista, e sono concorde sul fatto che ci sia molta confusione anche nei testi. Fino a quando non ci sarà una presa di posizione univoca, la libera interpretazione degli autori porterà i lettori e gli appassionati ai ragionevoli equivoci e alle fisiologiche scuole di pensiero di cui sopra. Ma non è poi così importante. </div></div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none;"><br />
</div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-3024095307822006945.post-22917431352134211912010-04-11T15:43:00.005+02:002010-05-05T19:23:40.900+02:00Non faccio expertise gratuite e non indico negozi terzi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.tappetirari.com/perizia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="149" src="http://www.tappetirari.com/perizia.jpg" width="200" wt="true" /></a></div><div style="text-align: justify;">Evidentemente queste cose avvengono o devo avvenire per ondate; era da un po' che non mi capitava, fatto sta che negli ultimi tre giorni sono stato contattato via email da diverse persone per richieste che seppur legittime (chiedere è lecito, rispondere è cortesia) reputo - per mancanza di tatto - poco urbane.</div><div style="text-align: justify;">Voglio far presente a tutti, che quanto scrivo in questo blog ed in altri siti, è sicuramente il massimo in termini di comunicazione tra questa realtà (mai così tanto sviscerata) e il neofita o l'ipotetico cliente. Come i pittori non insegnavano mai ai loro allievi tutti i trucchi del loro mestiere, così anzi peggio il mondo professionistico del tappeto preferisce spesso e volentieri tenere lontana la conoscenza dall'acquirente, per ovvi motivi che è facile intuire. Così nella maggior parte dei casi quello che si trova su internet è la banalizzazione di concetti e informazioni, che trattano lo straordinario reperto kurgan di Pazyrik come un utile prologo per instradare il cliente o il curioso al prodotto finale, magari un Nain tabas o peggio ancora un Herat pakistano.</div><div style="text-align: justify;">In considerazione di ciò, reputo pertanto che sia già molto rivoluzionario quello che faccio, anzi la mia linea di condotta ha fatto fiorire numerose altre iniziative da parte di altri colleghi che giustamente si sono sentiti in dovere di aprire anch'essi un blog o siti meramente culturali. Tutto il resto: expertise, valutazioni, assistenza, ecc, sono cose che fanno parte del mio lavoro e che fanno parte di quel pacchetto servizi che svolgo in seno alla mia professione, in affiancamento alla vendita. Pertanto - lo dico per l'ennesima volta e senza volontà polemica alcuna - non, e ripeto NON, svolgo expertise gratuite, e non è solo per una questione di interesse professionale, o di tempo (il tempo mio vale come quello di altri professionisti o lavoratori e pertanto dovrebbe essere rispettato), ma per una questione anche di qualità del servizio, che non potrebbe essere certamente soddisfacente se fosse un semplice "Pour Parlè", ossia un parere buttato lì tanto per. Quale valenza professionale avrebbe? Quale impegno rispecchierebbe? Quale coscienza e quale serietà? <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz2PQenaMtXCnh0AJ69CiS4XOyRthHpmtHwtNNPYazGUzFEWPFD67O-OgmNXt-lcAt6sw5lVgrkYYqdvyXhLUn5XxvqYZC4_nM6pWpOXBgh0qdr80jYmFFfRzL2Ql8qZ_3SrHQXvIoqJzH/s1600/carpetseller.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz2PQenaMtXCnh0AJ69CiS4XOyRthHpmtHwtNNPYazGUzFEWPFD67O-OgmNXt-lcAt6sw5lVgrkYYqdvyXhLUn5XxvqYZC4_nM6pWpOXBgh0qdr80jYmFFfRzL2Ql8qZ_3SrHQXvIoqJzH/s320/carpetseller.jpg" wt="true" /></a><br />
Voglio poi significare a chi mi ha chiesto se potevo indicargli un negozio in Azerbaijan per acquistare direttamente in loco, che io, non conosco negozi e non frequento negozi per la vendita al dettaglio e che se li conoscessi - anche solo per una mera questione di conflitto di interessi - non glielo direi certamente. Il mio lavoro è un pochino più impegnativo del rivolgermi presso un negoziante del posto o un grossita, a questo punto meglio farei a comportarmi come la maggior parte dei commercianti di tappeti, che indipendentemente dalle loro origini, per comprare la merce da vendere, si limitano a fare una cernita presso i capannoni dei grossisti di Milano, di Genova o di altre città italiane. Il mio lavoro è ben differente ed avventuroso, alle volte è stato anche pericoloso. E' mia consuetudine infatti girare le case o gli atelier degli annodatori, alla ricerca dei pezzi intonsi o da risistemare, là dove non posso per questioni pratiche, logistiche o di tempo, lo fanno i miei ricercatori. Così facendo, sono andato in Iraq, in Turchia e in Armenia anche in tempi di guerra, quando gli aerei erano vuoti per paura del terrorismo. Ricordo che un paio di volte a Istanbul e nel Kurditan turco sono esplose delle bombe del PKK poco prima o poco dopo il mio passaggio, ho anche rischiato alle volte delle intossicazioni alimentari per le scarse condizioni di alcune realtà presso le quali mi recavo, e poi ho affrontato viaggi scomodi e costosi, persino tratte in cammello e con i jeepponi, ecc ecc.</div><div style="text-align: justify;">E' un mestiere che mi piace fare, non mi lamento, ma trovo francamente assurdo, (visti i rischi di vita e di impresa che corro costantemente), chiedermi di indicare una realtà a me concorrente per scavalcarmi o scavalcare quelli che come me lavorano e faticano per selezionare, importare e vendere in occidente un prodotto selezionato con professionalità ed esperienza. E poi tra le tante cose, è praticamente assodato (dovrebbero ormai saperlo tutti) che il neofita o il turista che compra il tappeto annodato in oriente o in medio oriente, finisce sempre fregato. </div>Alberto De Reviziishttp://www.blogger.com/profile/11196725222224227186noreply@blogger.com5